Le migliori poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz
Non è andata come credevo,
il sogno era più grande di noi,
l'amore a volte non basta,
la fine arriva inevitabile.

Non è finito l'amore,
è soffocato dalle delusioni,
la porta dei sogni è stata chiusa,
da una diversa realtà.

I momenti magici soffocati dal silenzio,
il vuoto si è riempito di solitudine,
il cercati e non trovarti, ci ha fatto perdere.
Perdere nell'infinito.
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Scritta da: Silvana Stremiz

Sono Gay

Sono Gay
Non ho rubato,
non faccio politica
a discapito di altri
né vendo false promesse

Non sono razzista
né pedofilo
né ladro né assassino.

Credo in un Dio
uguale per tutti.
Do e vivo
per quello che sono.
Amo con la passione
senza ipocrisia né inganni.
Non sono migliore né peggiore di te.

Non sono "un diverso"
Sono Gay.
Composta domenica 2 settembre 2012
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Scritta da: Silvana Stremiz

Eolia

Lina, brumaio torbido inclina,
Ne l'aer gelido monta la sera:
E a me ne l'anima fiorisce, o Lina,
La primavera.
In lume roseo, vedi, il nivale
Fedriade vertice sorge e sfavilla,
E di Castalia l'onda vocale
Mormora e brilla.
Delfo a' suoi tripodi chiaro sonanti
Rivoca Apolline co' nuovi soli,
Con i virginei peana e i canti
De' rusignoli.
Da gl'iperborei lidi al pio suolo
Ei riede, a' lauri dal pigro gelo:
Due cigni il traggono candidi a volo:
Sorride il cielo.
Al capo ha l'aurea benda di Giove;
Ma nel crin florido l'aura sospira
E con un tremito d'amor gli move
In man la lira.
D'intorno girano come in leggera
Danza le Cicladi patria del nume,
Da lungi plaudono Cipro e Citera
Con bianche spume.
E un lieve il séguita pe 'l grande Egeo
Legno, a purpuree vele, canoro:
Armato règgelo per l'onde Alceo
Dal plettro d'oro.
Saffo dal candido petto anelante
A l'aura ambrosia che dal dio vola,
Dal riso morbido, da l'ondeggiante
Crin di viola,
In mezzo assidesi. Lina, quieti
I remi pendono: sali il naviglio.
Io, de gli eolii sacri poeti
Ultimo figlio,
Io meco traggoti per l'aure achive:
Odi le cetere tinnir: montiamo:
Fuggiam le occidue macchiate rive,
Dimentichiamo.
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Scritta da: Silvana Stremiz
Lei
sarà alta e bella,
sarà quella che hai sempre sognato,
l'avrai vista sui calendari o sulle pubblicità dei collant
l'avrai incontrata di notte,
nei nebbiosi locali dove a stento respiri,
o su certi squallidi giornali
o sulle pagine sgualcite di un libro senza illustrazioni
e l'avrai posseduta tra le fredde lenzuola,
sarà lei a tradirti ma sarà lei che vorrai
ogni notte, ancora

Lei non ha un cuore, non è mai triste e non ride
lei non ti parla, non è curiosa,
non prende mai l'iniziativa,
lei no, non è vittima di aspettative,
non ti guarda negli occhi,
non beve il tuo vino,
non si riscalda alle fiamme del tuo camino,
Lei non ama, ma non importa,
la vorrai anche perché non bussa alla tua porta,
perché non conosce il tuo numero e non ti chiama
la vorrai proprio perché lei non ti ama.
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Scritta da: Silvana Stremiz

Fontana di luce

Nel marzo ebro di sole il grande arbusto
in mezzo al prato si coprì di gialli
fioretti: le novelle accese rame
salenti e ricadenti con superba
veemenza di getto dànno raggi
e barbagli a mirarle; e tu quasi odi
scroscio di fonte uscir da loro; e tutta
la Primavera da quell'aurea polla
ti si versa cantando entro le vene.
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Scritta da: Silvana Stremiz

Silenzio della lontananza

Un silenzio evanescente, ma triste,
inonda col suo tono sconsolato
l'arsume della nostra lontananza.

Ma tu, così distante da me,
e la sera sempre più lontana,
fra i versi per i quali hai sorriso
cerca il calore del mio petto
(in mezzo a quelle macchie nere
vive il nostro eterno abbraccio)
perché possa un sorriso
dileguare la malinconia.
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Scritta da: Silvana Stremiz

La mia vita, il mio canto

L'egual vita diversa urge intorno;
cerco e non trovo e m'avvio
nell'incessante suo moto:
a secondarlo par uso o ventura,
ma dentro fa paura.
Perde, chi scruta,
l'irrevocabil presente;
né i melliflui abbandoni
né l'oblioso incanto
dell'ora il ferreo battito concede.
E quando per cingerti lo balzo
-' sirena del tempo -
un morso appéna e una ciocca ho di te:
o non ghermita fuggì, e senza grido
nei pensiero ti uccido
è nell'atto mi annego.
Se a me fusto è l'eterno,
fronda la storia e patria il fiore,
pur vorrei maturar da radice
la mia linfa nel vivido tutto
e con alterno vigore felice
suggere il sole e prodigar il frutto;
vorrei palesasse il mio cuore
nei suo ritmo l'umano destino,
e che voi diveniste - veggente
passione del mondo,
bella gagliarda bontà -
l'aria di chi respira
mentre rinchiuso in sua fatica va.
Qui nasce, qui muore i! Mio canto:
e parrà forse vano
accordo solitario;
ma tu che ascolti, recalo
al tuo bene e al tuo male;
e non ti sarà oscuro.
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Scritta da: Silvana Stremiz

Ti ho cercato ma cercando...

Ti ho cercato ma cercando
ho trovato un bimbo affamato

Ti cercato ma cercando ho trovato,
guerra e povertà

Ti ho cercato ma cercando ho trovato
malattie e miseria.

Ti ho cercato ma cercando ho trovato,
assassini e violentatori.

Ti ho cercato ma cercando ho trovato
terrore e agonia

Ti ho cercato ma cercando ho trovato
un bimbo che moriva.

Ti ho cercato ma cercando ho trovato,
una madre piena di dolore.

Ti ho cercato ma cercando ho trovato,
un bimbo tutto solo.

Ti ho cercato ma cercando ho trovato
Il buio e la morte.

Ti ho cercato, cercando mi sono chiesta
Il perché di tutto questo.

Poi...

Ti ho cercato, cercando ho trovato
un bimbo che nasceva.

Ti ho cercato cercando ho trovato
un anziano che pregava.

Ti ho cercato cercando ho trovato
Una mamma che sorrideva.

Ti ho cercato e cercando ho trovato,
chi in te ancora crede.

Ti ho cercato cercando ho trovato
chi ancora in te spera.

Cercandoti non ti ho trovato,
ma ho trovato chi ancora crede i te.

Chissà se l'eternità c'è.
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