Le migliori poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

Er leone riconoscente

Ner deserto dell'Africa, un Leone
che j' era entrato un ago drento ar piede,
chiamò un Tenente pè l'operazzione.
- Bravo! - je disse doppo - lo t'aringrazzio:
vedrai che sarò riconoscente
d'avemme libberato da ' sto strazio;
qual è er pensiere tuo? D'esse promosso?
Embè, s'io posso te darò ' na mano... -
E in quella notte istessa
mantenne la promessa
più mejo d'un cristiano;
ritornò dar Tenente e disse: - Amico,
la promozzione é certa, e te lo dico
perché me sò magnato er Capitano.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    Arbor felice, aventuroso e chiaro.
    Onde i due rami sono al mondo nati,
    che vanno in alto, e son già tanto alzati,
    quanto raro altri rami unqua s'alzâro:
    rami che vanno ai grandi Scipi a paro,
    o s'altri fûr di lor mai più lodati
    (ben lo sanno i miei occhi fortunati,
    che per bearsi in un d'essi miraro),
    a te, tronco, a voi rami, sempre il cielo
    piova rugiada, sì che non v'offenda
    per avversa stagion caldo, né gelo.
    La chioma vostra e l'ombra s'apra e stenda
    verde per tutto; e d'onorato zelo
    odor, fior, frutti a tutt'Italia renda.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Origami

      Vince chi piega la luce
      da farne origami;
      e lo ammiri: si può.
      Carta, quei fiori carnivori
      diretti da dita veloci
      e dimentico che s'aprono
      a rischio di scelta
      scricchiolano musica spinosa
      e vorrei che la luce lasciasse
      il suo angolo lineare
      per dirsi curva perfetta,
      insinuarmi nel cerchio
      da sola: non posso.
      Impermeabile strumento
      fuori resto a dare il ritmo
      agli ingranaggi; scivola
      altrove il merito di figli.
      Solo ha forma qualche
      cosa che rischia di cadere.
      Continueranno le mani
      a piegare la carta
      e incartare la luce,
      a rilucere i muti origami
      lì sul ciglio della buca.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        È sono sì altamente innamorato

        È sono sì altamente innamorato,
        a la merzé d'una donna e d'Amore,
        che non è al mondo re né imperadore
        a cui volesse io già cambiar mio stato:
        ch'io amo quella a cui Dio ha donato
        tutto ciò che convene a gentil core;
        donqua, chi di tal donna è servidore
        ben se pò dir che 'n buon pianeto è nato.
        Ed ella ha 'l cor tanto cortese e piano
        inver' di me, la mia gentile manza,
        che, sua mercé, basciata li ho la mano.
        E sì me diè ancor ferma speranza
        che di qui a poco, se Dio me fa sano,
        che compierò di lie' mia disianza.
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          Rugiada.

          Mille desideri
          portati dal vento,
          una nube di ali,
          si posano sul prato.

          Profumi di fiori,
          profumi di frutti,
          nati nella viva terra.
          Radici di piacere
          corrono nel corpo,
          viaggiano nelle vene,
          portano onde di piacere
          sul mare della vita.

          Ali che si posano e ascoltano
          il battito della vita, della terra,
          del fuoco di sensazioni.

          Brividi ricoperti da foglie,
          imbrunite dai riflessi del tempo,
          marcate dal sole, dalla luna.

          Un fazzoletto imbevuto in una fontana,
          fonte di vita, di ricordi.

          Dei passi sulla fresca rugiada,
          piedi nudi che rubano
          emozioni alla terra.

          Uno sfarfallio,
          un raggio di sole
          danza tra le nuvole,
          viaggia tra cielo e terra.
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            A Bolotana

            Dae s'istrada chi andat a Nuoro
            ti miran in s'artura, oh idda mia,
            che matron'assentada, bella ebbia
            in pannos de broccadu e trizzas d'oro.

            Sos abitantes, cun su zelu insoro,
            superan su pastore'e Baronia
            e sun capazes in sa messaria
            cantu sos bonos de su Logudoro.

            Tenen altu talentu e bonu coro,
            in d'ogn'aspru triballu han valentia,
            sun previdentes e faghen tesoro

            de su chi fruttat sa terra nadia.
            Amore e paghe, naran, solu imploro
            intr"e sos crastos de sa domo mia.

            Goceanu ti mandat dae levante
            su manzanu sas lughes rie rie,
            sas roccas de su monte, a mesu die,
            t'incastran in sa fronte unu brillante;

            Palai maestosu che gigante,
            su babbu de su frittu e de su nie,
            regalat in s'istiu, solu a tie,
            s'ultimu asu 'e su sole calante.

            Dae su Padru tributu costante
            dan sas funtanas chi forman su riu,
            chi ti carignat sos pes a donz'ora.

            Tott'in giru sas baddes, cale amante,
            ti faghen corte, ti ponen in briu,
            ti cantan s'innu eternu 'e s'aurora.
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              Scritta da: Silvana Stremiz

              Inno alla Vita

              Mamma non farlo ti prego
              Sono qui ho voglia di esserci.
              Voglio la tua stessa possibilità
              Vedere il mondo con i miei occhi.
              Come tu lo vedi con i tuoi.
              Non lasciami vagare nella nullità.
              Voglio dei sogni un amore.
              Un vita vera, non respingermi.
              Voglio vivere come vivi tu.
              Voglio conoscerti stringermi a te.
              Se lo farai ti mancherò.
              La tua vita non sarà più la stessa.
              Amami fammi nascere non te ne pentirai.
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                Scritta da: Silvana Stremiz
                La pelle impregnata
                nel sapore di te,
                la voglia ancora accesa
                nell'infinito piacere.

                Sogni tangibili
                consumati ad amare,
                esausti ma mai stanchi
                del saziarsi l'uno dell'altro.

                In questa candida notte d'amore
                senza tregua, colma di sensi.
                Nello scivolare dentro di me
                l'unione delle nostre anime
                consuma la notte
                mentre pelle contro pelle
                accogliamo l'alba.
                Composta martedì 1 gennaio 2013
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