Le migliori poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

Torna

Torna sovente e prendimi,
palpito amato, allora torna e prendimi,
che si ridesta viva la memoria
del corpo e antiche brame trascorrono nel sangue
allora che le labbra ricordano, e le carni,
e nelle mani un senso tattile si riaccende.

Torna sovente e prendimi, la notte,
allora che le labbra ricordano, e le carni...
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Dolci Melodie

    Sento nell'aria una
    dolce melodia,
    un suono lontano
    dolce e soave,
    E' il suono di un violino
    o forse di un' arpa,
    che inebria la mente e
    arriva fino al cuore,
    Risveglia nell'anima
    dolci sentimenti,
    Momenti teneri,
    Ricordi felici e lontani,
    ma sempre presenti
    nella mente e nel cuore,
    Se chiudo gli occhi
    vedo un ombra,
    Agile e leggiadra
    accarezzare la sua
    arpa e sfiorare con
    tocchi magici le sue
    corde,
    E quei suoni divini
    ti fanno sognare, e
    i cuori innamorati
    fanno amare.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Gli Eroi D'Italia

      Per la Patria siete morti
      nel fior di giovinezza,
      Forti e fieri e con ardore
      vi siete fatti servitori.
      Servitori della Patria,
      A Voi si inchina l'Italia
      intera,
      A Voi saluta la nostra
      Bandiera,
      Onori e gloria vi sarà dato
      Eroi D'Italia sarà scritto
      sul Sacrato,
      Noi vi ameremo, e vi
      ricorderemo nella memoria,
      Per sempre regnerete
      nella storia,
      E il vostro nome
      sulla lapide scritto resterà,
      e una medaglia
      in petto a chi vi ama
      sarà data,
      e come Eroi sarete
      ricordati.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Un po' d'amore

        A Natale festa grande
        siamo sempre tutti buoni,
        Ci scambiamo tanti auguri,
        Ci scambiamo tanti doni,
        ma nei cuori noi ci odiamo.
        In ogni cuore, c'è un dolore,
        C'è chi è solo e abbandonato,
        C'è chi soffre per amore,
        C'è un bambino solo al
        mondo e non conosce un
        po' d'amore,
        C'è una mamma disperata
        dalla vita abbandonata,
        C'è un barbone che nel cuore
        tiene stretto il suo dolore.
        Poi, c'è un mondo tutto d'oro,
        suoni sfarzi e tanti onori,
        E non pensano a chi soffre ,
        Perché loro son diversi.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          Il canto allegro della Vita si fa sempre più lento nel mio cuore.
          Una ninna nanna portata dalla freschezza lo avvolge, cullandolo dolcemente nella gioia dei suoi sogni.
          Piano piano, il colori spariscono, coperti da una morbida coperta bianca che scende lieve, dono dal cielo, sopra di loro.
          Li prega di tranquilizzarsi, perché per loro è arrivato il momento di dormire.
          Dormire... i miei occhi si chiudono pesanti, lasciandomi fluttuare nella fantasia del mondo.
          Com'è meravigliosa la pace.
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            Il Dio che cerco

            Il Dio che cerco
            ha la pelle nera
            gli occhi a mandorla.
            È un po' cristiano
            un po' musulmano.

            Abbraccia i gay
            tiene per mano le puttane.
            Gli angeli li lascia
            a mamma e papà.

            Il Dio che cerco
            accarezza la disperazione
            rende polvere il dolore.
            Toglie il sale alle lacrime
            semina un sorriso nell'animo.

            Siede a tavola con i barboni
            "violenta" i pedofili
            "uccide" gli assassini
            ferma le guerre
            dà da mangiare ai poveri.

            Il Dio che cerco
            che voglio
            che spero
            chissà se c'è.
            Composta domenica 25 marzo 2012
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              Scritta da: Silvana Stremiz

              Viale 17

              Sono belle
              e si vendono per poco
              mi dico meno male
              e lesto la mano corre
              al portafogli
              per dar vita al cuore
              imbalsamato

              Fai piano
              dice la donna
              vestita di coriandoli
              coi profumi che litigano
              e i tacchi che burlano
              l'equilibrio
              anche il risveglio ha bisogno
              di preliminari
              e ci puoi credere se lo dico io
              che coi sogni ci lavoro

              L'amplesso durò
              quanto una bestemmia
              sotto gli aghi delle stelle
              e il cronometro della luna
              che imbrogliò il fantasma
              di figure deformi

              Mi alleggerii della minaccia
              dei duri pensieri
              stampai le labbra
              sulla banconota
              mio lasciapassare
              agli sconfitti
              dell'inferno dei vivi

              Sfrecciavano le macchine
              come le idee
              nel domani
              lungo il delirio del viale 17
              ...i loro rumori
              i loro fumi
              erano tuoni e nebbia
              nelle miserie degli illusi
              ...fuochi d'artificio
              per la festa
              del mio cielo basso
              -dal volume: Soste precarie
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                Scritta da: Silvana Stremiz

                'A retirata

                Gioia bella.
                pe'te vedé
                c'aggio fatto
                nun può sapé!

                Si putesse parlà stu core,
                quanta cose vulesse di';
                ma, chiagnenno pe' lu dulore,
                io m' 'o scippo, pe' n' 'o sentì!

                Napule e nenne belle,
                addio v'avimm' 'a di'...
                Sentite 'a retirata?
                Ce n ' avimmo da trasi!

                Dice 'a gente
                parlanno 'e me,
                ca si parto
                mme scordo 'e te!

                A 'sta gente stu core mio,
                pe' risposta tu fa' vede',
                e dincello ca, si part'io,
                tiene mmano nu pigno 'e me.

                Napule e nenne belle,
                addio v' avimm' 'a di'...
                Sentite 'a retirata?
                Ce n ' avimmo da trasì!

                Gioia bella,
                te l'aggi' 'a di'
                ca dimane
                s'ha dda partì!

                Statte bona, può sta sicura
                c' 'a medaglia voglio turnà!
                A stu core tiénece cura,
                si nun torno nun 'o jettà!

                Napule e nenne belle,
                addio v'avimm' 'a di'...
                Sentite 'a retirata?
                Ce n avimmo da trasì!
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                  Scritta da: Silvana Stremiz

                  Stremiz

                  Un antico Borgo
                  in mezzo ai monti,
                  sulla sponda del Grivò.

                  Pochi vecchi edifici
                  crollati da tempo,
                  altri messi a nuovo.

                  Resti di tre antichi mulini,
                  una vecchia fontana,
                  un ponte ad arco,
                  qualche casa ancora in sasso
                  e una Madonna per pregare.

                  Lì di fronte nonno,
                  con i tuoi capelli bianchi,
                  con le rughe in fronte,
                  i segni del trascorso
                  delle guerre passate,
                  seduto, raccontavi la tua storia.

                  Ora nulla è uguale,
                  nemmeno i volti,
                  turisti in vacanza
                  in cerca di pace.
                  Invariati sono solo i ricordi.

                  Ogni tanto" io"
                  a caccia di quei ricordi.

                  Stremiz...
                  Un cognome,
                  un Borgo.
                  Tante storie.
                  Per chi lo porta,
                  è un po' leggenda.
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