Le migliori poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

Ascolto Istanbul

Ascolto Istanbul ad occhi chiusi
Spira una leggera brezza dapprima
Lentamente oscillano
Le foglie sugli alberi
Da lontano, molto lontano
I perenni trilli degli acquaioli
Ascolto Istanbul ad occhi chiusi.

Ascolto Istanbul ad occhi chiusi
E mentre passano gli uccelli
A stormi e stridii dall'alto
Le reti si ritirano dalle chiuse
I piedi di una donna sfiorano l'acqua
Ascolto Istanbul ad occhi chiusi.

Ascolto Istanbul ad occhi chiusi
Sono freschi i bazar
Allegro Mahmut pascià
Pieni di colombi i cortili
Pervengono battiti di martello dai bacini
Dalla dolce brezza primaverile odori di sudore
Ascolto Istanbul ad occhi chiusi.

Ascolto Istanbul ad occhi chiusi
Ebbra di passati favori
Una villa dalle darsena buie
Fra il mugghio dell'acquietato scirocco
Ascolto Istanbul ad occhi chiusi.

Ascolto Istanbul ad occhi chiusi
Passa una fraschetta sul marciapiede
Imprecazioni, motivetti, canzoni, frizzi
Dalla sua mano cade qualcosa sul selciato
Dev'essere una rosa
Ascolto Istanbul ad occhi chiusi.

Ascolto Istanbul ad occhi chiusi
Ai suoi piedi si dibatte un uccello
Non so se la tua fronte scotti o no
Non so se le tue labbra siano umide o no
Dietro i pistacchi nasce una luna candida
Lo percepisco dai battiti del tuo cuore
Ascolto Istanbul.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    Non è tempo di scrivere e io non ho
    che il solco della penna e sotto il foglio.
    Un inchiostro facile, un dire fragile
    tra voci che confondono, che vanno.
    E questo è un anno che trattiene i giorni
    li lega al calendario. I volti stanno
    lì, per caso. Ci chiedono un appiglio,
    lo scompiglio di un'altra primavera.
    Quasi non ci fossero, come se
    svanissero. Sistemali per poco
    qui, con le parole. In qualche stanza
    chiusa, in una nuova sera. Una nicchia,
    e poi fermarli, e poi imparare a dirli,
    a riconoscerli dagli occhi almeno.
    Tu, punto a capo senza corpo. Tu
    rimedio dell'assenza, poesia.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      I bambini di oggi hanno visto cose che
      Blade Runner non poteva neppure immaginare.
      Hanno visto le torri gemelle di Manhattan
      precipitare nel gorgo dei Pokemon.
      E hanno visto Dragonball -zeta sventolare
      un fazzoletto bianco prima di morire, perché
      un aereo si era infilzato sulla sua testa
      come il braccio di una croce.
      E mi domando che razza di uomini saranno
      quei bambini che hanno subìto allucinazioni così.
      Delle due l'una: o uomini fantastici, o schiavi.
      E io scommetto sulla prima.
      E ho nostalgia del futuro.
      Anche se io non ci sarò.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Tu non hai affatto capito

        Tu non hai affatto capito,
        mia coscienza esigente, che è solo per debolezza
        se adesso ho bisticciato con te.

        E non hai affatto capito,
        quando con disprezzo ti sei vendicata,
        che causa di debolezza
        non impudenza fu - stanchezza.

        E non mi hai capito,
        e forse io non ho capito te,
        quando ti ho porto la mano
        e tu non mi hai porto la tua.

        Ma molto bene hai capito
        che è la disperazione a portarci
        alla perdita del confine, fatale,
        tra le forze del bene e del male...
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          Misticismo per principianti

          Il giorno era mite, la luce amichevole.
          Il tedesco sulla terrazza del caffè
          teneva un libricino sulle ginocchia.
          Sono riuscito a vedere il titolo:
          Misticismo per principianti.
          Subito ho capito che le rondini
          pattuglie sulle strade di Montepulciano
          con i loro versi striduli
          e le conversazioni pacate dei viaggiatori
          timidi
          dell'Est, la cosiddetta Europa centrale,
          e gli aironi bianchi fermi – ieri? Il giorno
          prima? –
          come suore in campi di riso,
          e il crepuscolo, lento e metodico,
          che offusca i contorni delle case
          medievali,
          gli olivi sulle basse colline,
          lasciate al vento e agli incendi,
          e la testa della Principessa sconosciuta
          che ho ammirato al Louvre
          e le vetrate delle chiese come ali
          di farfalla
          spruzzate di polline,
          e il piccolo usignolo che si esercita
          nella sua recita vicino all'autostrada,
          e ogni viaggio, ogni tipo di viaggio,
          sono solo misticismo per principianti,
          il corso introduttivo, propedeutico
          per un esame che è stato
          rinviato.
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            La Vita che ritorna

            Sulla pelle
            l'asfalto rovente
            conficcato nel corpo
            lamiere come coltelli.

            Il sole si spegne
            oscurando il giorno.
            Trasformando l'afa
            di Luglio in un gelo di Dicembre.

            La radio tace
            non c'è musica
            di sfondo solo
            un lontano vociare.

            Il respiro
            sembra sostare
            il dolore è lacerante.
            Grida disperate.

            La sirena
            è orami lontana,
            ogni rumore
            ogni visione
            si trasforma
            nel buio più pesto.

            Ci sono giorni
            senza tempo.
            Che attendono
            Un tempo migliore.

            Dove il passato
            è presente,
            Ed il presente
            pronto dissolversi.

            Tutta la vita
            ti scorre davanti
            Come le sequenze
            di un vecchio film.

            Tutto è così lontano
            così vicino
            così irraggiungibile
            sembra finito.

            I giorni sono contati
            da chi a te è caro.
            Giorni di dolore
            disperazione.

            Di non speranza
            per riempirsi di speranza.
            Torna una luce è,
            la vita che ritorna.
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              Scritta da: Silvana Stremiz

              Ora... prima che...

              Siediti qui con me
              ancora un po'
              sul bordo di una nuvola,
              tienimi per mano
              per il tempo che rimane.

              Scriviamo una favola
              su misura
              che parli di Te
              che parli di Me
              che parli di Noi
              da raccontare ai figli
              che verranno.

              Ho bisogno di ricordi
              di memorie, di sorrisi
              di Natali ed aquiloni
              di una corsa in bici
              di quegli abiti cuciti
              di un abbraccio.

              Raccontami Mamma
              quella favola ancora
              mai raccontata,
              inventane una da portare
              con Te e da lasciare a Me
              per affrontare meglio
              il grande freddo
              della separazione.

              Ora...
              Prima che si spalanchi
              la porta dell'eternità.
              Composta sabato 8 novembre 2014
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