Le migliori poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz
Altri mai foco, stral, prigione o nodo
sì vivo e acuto, e sì aspra e sì stretto
non arse, impiagò, tenne e strinse il petto,
quanto 'l mì ardente, acuto, acerba e sodo.
Né qual io moro e nasco, e peno e godo,
mor'altra e nasce, e pena ed ha diletto,
per fermo e vario e bello e crudo aspetto,
che 'n voci e 'n carte spesso accuso e lodo.
Né fûro ad altrui mai le gioie care,
quanto è a me, quando mi doglio e sfaccio,
mirando a le mie luci or fosche or chiare.
Mi dorrà sol, se mi trarrà d'impaccio,
fin che potrò e viver ed amare,
lo stral e 'l foco e la prigione e 'l laccio.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    Mi piacciono le ore della notte,
    un po' brille ed un po' assonnate,
    ti prendono la mano e ti raccontano bugie
    a cui è bello credere.
    Ogni bettola diventa una reggia,
    ogni letto caldo come un nido d'amore,
    ogni carezza dolce come il paradiso.
    In ogni sguardo puoi scorgere l'infinito.
    E forse non sono soltanto menzogne,
    sono solo un tempo speciale,
    è l'attimo di buio in attesa che si apra il sipario,
    e tu sai che su quel palco sarai la star,
    e il pubblico ti applaudirà commosso,
    si alzerà in piedi spelandosi le mani.
    E non sarà finzione,
    perché sono solo le ore più vicine ai sogni,
    così vicine da farti confondere.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Quei bambini che giocano

      Un giorno perdoneranno
      se presto ci togliamo di mezzo.
      Perdoneranno. Un giorno.
      Ma la distorsione del tempo
      il corso della vita deviato su false piste
      l'emorragia dei giorni
      dal varco del corrotto intendimento:
      questo no, non lo perdoneranno.
      Non si perdona a una donna un amore bugiardo,
      l'ameno paesaggio d'acque e foglie
      che si squarcia svelando
      radici putrefatte, melma nera.
      "D'amore non esistono peccati,
      s'infuriava un poeta ai tardi anni,
      esistono soltanto peccati contro l'amore".
      E questi no, non li perdoneranno.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        L'annuale della fondazione di Roma

        Te redimito di fior purpurei
        april te vide su 'l colle emergere
        da 'l solco di Romolo torva
        riguardante su i selvaggi piani:
        te dopo tanta forza di secoli
        aprile irraggia, sublime, massima,
        e il sole e l'Italia saluta
        te, Flora di nostra gente, o Roma.
        Se al Campidoglio non più la vergine
        tacita sale dietro il pontefice
        né più per Via Sacra il trionfo
        piega i quattro candidi cavalli,
        questa del Fòro tua solitudine
        ogni rumore vince, ogni gloria;
        e tutto che al mondo è civile,
        grande, augusto, egli è romano ancora.
        Salve, dea Roma! Chi disconósceti
        cerchiato ha il senno di fredda tenebra,
        e a lui nel reo cuore germoglia
        torpida la selva di barbarie.
        Salve, dea Roma! Chinato a i ruderi
        del Fòro, io seguo con dolci lacrime
        e adoro i tuoi sparsi vestigi,
        patria, diva, santa genitrice.
        Son cittadino per te d'Italia,
        per te poeta, madre de i popoli,
        che desti il tuo spirito al mondo,
        che Italia improntasti di tua gloria.
        Ecco, a te questa, che tu di libere
        genti facesti nome uno, Italia,
        ritorna, e s'abbraccia al tuo petto,
        affisa nè tuoi d'aquila occhi.
        E tu dal colle fatal pe 'l tacito
        Fòro le braccia porgi marmoree,
        a la figlia liberatrice
        additando le colonne e gli archi:
        gli archi che nuovi trionfi aspettano
        non più di regi, non più di cesari,
        e non di catene attorcenti
        braccia umane su gli eburnei carri;
        ma il tuo trionfo, popol d'Italia,
        su l'età nera, su l'età barbara,
        su i mostri onde tu con serena
        giustizia farai franche le genti.
        O Italia, o Roma! Quel giorno, placido
        tornerà il cielo su 'l Fòro, e cantici
        di gloria, di gloria, di gloria
        correran per l'infinito azzurro.
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          L'amore

          È l'amore che vive in me
          é l'amore che io provo per te,
          é l'amore che é intorno a noi
          ma il tuo amore non c'é

          È nell'aria che respiri tu
          c'é una parte di te e di me,
          un sentimento di tutti noi
          in questo mondo che amare vuoi.

          E non c'é tutto quello che sogni tu
          e perché questo sempre lo chiedi a me,
          vivi la vita, pensando agli altri e non a te,
          questo é l'amore, l'amore dei tuoi perché.

          Liberi le tue idee, anche i tuoi pensieri,
          se puoi quelli veri per cercare l'amore,
          frughi tra le stelle, rubi la più bella,
          fai una magia, una magia d'amore.

          È l'amore l'amore, é l'amore l'amore
          una magia d'amore.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            II tempo si è fermato... ii mio cuore non ha pace. Nel silenzio tutto tace. Non sento più la tua voce né il tuo respiro... Non devo più aspettare... Il tempo si è fermato! Sono sola con la tristezza nel mio cuore, con il rimpianto di un amore... Sola con le mie lacrime... Ti penso e piango per la grande solitudine e per il vuoto che mi hai lasciato dentro. Per quello che non non mi hai mai dato. E con il tempo che si è fermato!
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