Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)
Lontano da me
Lontano da me in me esisto
fuori da chi io sono,
l'ombra e il movimento in cui consisto.
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Lontano da me in me esisto
fuori da chi io sono,
l'ombra e il movimento in cui consisto.
Affascinate, cieli, con la vostra purezza
queste notti d'inverno
e siate perfetti!
Volate più vive nel buio di fuoco, silenziose meteore,
e sparite.
Tu, luna, sii lenta a tramontare,
questa è la tua pienezza!
Le quattro bianche strade se ne vanno in silenzio
verso i quattro lati dell'universo stellato.
Il tempo cade, come manna, agli angoli
della terra invernale.
Noi siamo diventati più umili delle rocce,
più attenti delle pazienti colline.
Affascinate con la vostra purezza queste notti di Avvento,
o sante sfere,
mentre le menti, docili come bestie,
stanno vicine, al riparo, nel dolce fieno,
e gli intelletti sono più tranquilli delle greggi che
pascolano alla luce delle stelle.
Oh, versate, cieli il vostro buio e la vostra luce sulle nostre
Solenni vallate;
e tu, viaggia come la Vergine gentile
verso il maestoso tramonto dei pianeti,
o bianca luna piena, silente come Betlemme!
Poesie, Amore.
Senza soldi
perderti è normale
amore
ma reclamo per lo stile
hai firmato sulle mie
pezze al culo
il foglio di via
io mi giustificherò
dicendo
ho affittato una donna
che ha dimenticato
per mesi di azzerare
il tassametro
e regalerò un fiore
a ognuno che ci crederà.
Un giorno perdoneranno
se presto ci togliamo di mezzo.
Perdoneranno. Un giorno.
Ma la distorsione del tempo
il corso della vita deviato su false piste
l'emorragia dei giorni
dal varco del corrotto intendimento:
questo no, non lo perdoneranno.
Non si perdona a una donna un amore bugiardo,
l'ameno paesaggio d'acque e foglie
che si squarcia svelando
radici putrefatte, melma nera.
"D'amore non esistono peccati,
s'infuriava un poeta ai tardi anni,
esistono soltanto peccati contro l'amore".
E questi no, non li perdoneranno.
Te redimito di fior purpurei
april te vide su 'l colle emergere
da 'l solco di Romolo torva
riguardante su i selvaggi piani:
te dopo tanta forza di secoli
aprile irraggia, sublime, massima,
e il sole e l'Italia saluta
te, Flora di nostra gente, o Roma.
Se al Campidoglio non più la vergine
tacita sale dietro il pontefice
né più per Via Sacra il trionfo
piega i quattro candidi cavalli,
questa del Fòro tua solitudine
ogni rumore vince, ogni gloria;
e tutto che al mondo è civile,
grande, augusto, egli è romano ancora.
Salve, dea Roma! Chi disconósceti
cerchiato ha il senno di fredda tenebra,
e a lui nel reo cuore germoglia
torpida la selva di barbarie.
Salve, dea Roma! Chinato a i ruderi
del Fòro, io seguo con dolci lacrime
e adoro i tuoi sparsi vestigi,
patria, diva, santa genitrice.
Son cittadino per te d'Italia,
per te poeta, madre de i popoli,
che desti il tuo spirito al mondo,
che Italia improntasti di tua gloria.
Ecco, a te questa, che tu di libere
genti facesti nome uno, Italia,
ritorna, e s'abbraccia al tuo petto,
affisa nè tuoi d'aquila occhi.
E tu dal colle fatal pe 'l tacito
Fòro le braccia porgi marmoree,
a la figlia liberatrice
additando le colonne e gli archi:
gli archi che nuovi trionfi aspettano
non più di regi, non più di cesari,
e non di catene attorcenti
braccia umane su gli eburnei carri;
ma il tuo trionfo, popol d'Italia,
su l'età nera, su l'età barbara,
su i mostri onde tu con serena
giustizia farai franche le genti.
O Italia, o Roma! Quel giorno, placido
tornerà il cielo su 'l Fòro, e cantici
di gloria, di gloria, di gloria
correran per l'infinito azzurro.
Dire vorrei questo ricordo... Ma
s'è così spento... quasi nulla resta:
lontano, ai primi anni d'adolescenza, posa.
Pelle di gelsomino...
E la sera d'agosto (agosto fu?)
Ormai ricordo appena gli occhi: azzurri, forse...
Oh, azzurri, sì! Come zaffiro azzurri.
Grandi stanze di vecchie case avite
di provincia
piene di fischi di navi lontane, piene
di spenti rintocchi di campane
e di battiti profondi
d'orologi antichissimi. Nessuno abita
piú qui dentro
eccetto le ombre, e un violino appeso
al muro,
e le banconote fuori corso sparse
sulle poltrone
e sul letto largo con la coperta gialla.
Di notte
scende la luna, passa davanti
agli specchi esanimi
e coi gesti piú lenti rassetta dietro
i vetri
i fischi d'addio delle navi affondate.
È l'amore che vive in me
é l'amore che io provo per te,
é l'amore che é intorno a noi
ma il tuo amore non c'é
È nell'aria che respiri tu
c'é una parte di te e di me,
un sentimento di tutti noi
in questo mondo che amare vuoi.
E non c'é tutto quello che sogni tu
e perché questo sempre lo chiedi a me,
vivi la vita, pensando agli altri e non a te,
questo é l'amore, l'amore dei tuoi perché.
Liberi le tue idee, anche i tuoi pensieri,
se puoi quelli veri per cercare l'amore,
frughi tra le stelle, rubi la più bella,
fai una magia, una magia d'amore.
È l'amore l'amore, é l'amore l'amore
una magia d'amore.
Una grossa lacrima cadde dal mio viso
finché in te ho visto l'amore
una grossa lacrima cadde nel pensiero
e capii di amarti davvero...
la grossa lacrima infine si asciugò...
ti prego non piangere... presto tornerò!
II tempo si è fermato... ii mio cuore non ha pace. Nel silenzio tutto tace. Non sento più la tua voce né il tuo respiro... Non devo più aspettare... Il tempo si è fermato! Sono sola con la tristezza nel mio cuore, con il rimpianto di un amore... Sola con le mie lacrime... Ti penso e piango per la grande solitudine e per il vuoto che mi hai lasciato dentro. Per quello che non non mi hai mai dato. E con il tempo che si è fermato!