Vivono la vita calma delle radici. I loro desideri non li opprime il Fato, o, se li opprime, li redime con la vita immortale. Non hanno ombre o altri che li attristino. E, inoltre, non esistono...
Guillaume ApollinaireAl limite dell'orizzonte impallidisce Una sola crepuscolare betulla Dove fugge la misura angolare Dal cuore all'anima alla ragione
L'azzurro galoppo dei ricordi lontani Traversa i lillà degli occhi
E i cannoni dell'indolenza I miei sogni sparano verso i.
Non v'è cosa che l'uomo non possa aspettarsi, o negare giurando, o che desti stupore, da che Zeus, il padre degli dèi nell'Olimpo, fece notte nel mezzo del giorno, occultando la luce al sole splendente. E una triste paura sugli uomini venne. Tutto da allora è degno di fede, tutto dall'uomo può essere atteso: nessuno di voi si stupisca, nemmeno se vede le fiere scambiar coi delfini il pascolo marino, e che ad esse le onde echeggianti del mare siano più gradite della terra, così come ai delfini il monte boscoso.
La sentenza che ora tu sai nulla di nuovo aggiunge a quanto già doveva esserti noto da sempre: tutto è scritto. Di nuovo è appena un fatto di calendario.
Eppure è l'evento che tutto muta e di altra natura si fanno le cose e i giorni.
Subito senti il tempo franarti tra le mani: l'ultimo tempo, quando non vedrai più questi colori e il sole, né con gli amici ti troverai a sera… Dunque, per quanto ancora?
Come, quando sù campi arsi la pia Luna imminente il gelo estivo infonde, Mormora al bianco lume il rio tra via Riscintillando tra le brevi sponde; E il secreto usignuolo entro le fronde Empie il vasto seren di melodia, Ascolta il viatore ed a le bionde Chiome che amò ripensa, e il tempo oblia; Ed orba madre, che doleasi in vano, Da un avel gli occhi al ciel lucente gira E in quel diffuso albor l'animo queta; Ridono in tanto i monti e il mar lontano, Tra i grandi arbor la fresca aura sospira: Tale il tuo verso a me, divin poeta.
Corpi belli di morti, che vecchiezza non colse: li chiusero, con lacrime, in mausolei preziosi, con gelsomini ai piedi e al capo rose. Tali sono le brame che trascorsero inadempiute, senza voluttuose notti, senza mattini luminosi.
Non riesco a dimenticarti ma finalmente dopo lacrime, sofferenza e depressione riesco a non pensarti, riesco finalmente a distogliere la mia mente da ciò che provo per te e facendo così finalmente sto meglio...
Se anche ci forzassero le ossa a stare insieme troverebbero un varco tra la terra magari implorando una radice a insinuarsi per la separazione e noi lavorammo col fiato dei raggiri a unire due chimiche solo perché ci chiesero di divorarci le carni all'insaputa degli occhi abbeverati sotto cieli distanti eppure insieme eravamo un temporale tu le nuvole io i lampi per la comune pioggia di amaro pianto segnato rosso al calendario tra il nero di lutto e odio ... amore... questo termine coniato al sublime sancì l'incontro di un disastro nel quale i cuori lucrarono soddisfatti ... sciacalli...