Le sedie dormono in piedi anche il tavolo il tappeto sdraiato sul dorso ha chiuso gli arabeschi lo specchio dorme gli occhi delle finestre sono chiusi il balcone dorme con le gambe penzolanti nel vuoto i camini sul tetto dirimpetto dormono sui marciapiedi dormono le acacie la nuvola dorme stringendosi al petto una stella in casa fuori di casa dorme la luce
ma tu ti sei svegliata mia rosa le sedie si sono svegliate si precipitano da un angolo all'altro anche il tavolo il tappeto si è messo a sedere gli arabeschi hanno aperto i petali lo specchio si è risvegliato come un lago all'aurora le finestre hanno spalancato immensi occhi azzurri il balcone si è risvegliato ha tirato su dal vuoto le gambe i camini dirimpetto si son messi a fumare le acacie han cominciato a chiacchierare sui marciapiedi la nuvola si è svegliata ha lanciato la sua stella nella nostra stanza in casa fuori di casa la luce si è risvegliata si è versata sui tuoi capelli è colata tra le tue palme ha cinto la tua vita nuda i tuoi piedi bianchi.
O vecchio bosco pieno d'albatrelli, che sai di funghi e spiri la malìa, cui tutto io già scampanellare udìa di cicale invisibili e d'uccelli: in te vivono i fauni ridarelli ch'hanno le sussurranti aure in balìa; vive la ninfa, e i passi lenti spia, bionda tra le interrotte ombre i capelli. Di ninfe albeggia in mezzo alla ramaglia or sì or no, che se il desìo le vinca, l'occhio alcuna ne attinge, e il sol le bacia. Dileguano; e pur viva è la boscaglia, viva sempre nè fior della pervinca e nelle grandi ciocche dell'acacia.
Non ammirare, se in un cuor non basso, cui tu rivolga a prova, un pungiglione senti improvviso: c'è sott'ogni sasso lo scorpione. Non ammirare, se in un cuor concesso al male, senti a quando a quando un grido buono, un palpito santo: ogni cipresso porta il suo nido.
Godi se il vento ch'entra nel pomario vi rimena l'ondata della vita: qui dove affonda un morto viluppo di memorie, orto non era, ma reliquario.
Il frullo che tu senti non è un volo, ma il commuoversi dell'eterno grembo; vedi che si trasforma questo lembo di terra solitario in un crogiuolo.
Un rovello è di qua dall'erto muro. Se procedi t'imbatti tu forse nel fantasma che ti salva: si compongono qui le storie, gli atti scancellati pel giuoco del futuro.
Cerca una maglia rotta nella rete che ci stringe, tu balza fuori, fuggi! Va, per te l'ho pregato, - ora la sete mi sarà lieve, meno acre la ruggine...
In un momento Sono sfiorite le rose I petali caduti Perché io non potevo dimenticare le rose Le cercavamo insieme Abbiamo trovato delle rose Erano le sue rose erano le mie rose Questo viaggio chiamavamo amore Col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose Che brillavano un momento al sole del mattino Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi Le rose che non erano le nostre rose Le mie rose le sue rose P. S. E così dimenticammo le rose.
È l'alba. S'illumina il mondo come l'acqua che lascia cadere sul fondo le sue impurità. E sei tu, all'improvviso tu, mio amore, nel chiarore infinito di fronte a me.
Giorno d'inverno, senza macchia, trasparente come vetro. Addentare la polpa candida e sana d'un frutto. Amarti, mia rosa, somiglia all'aspirare l'aria in un bosco di pini.
Chi sa, forse non ci ameremmo tanto se le nostre anime non si vedessero da lontano non saremmo così vicini, chi sa, se la sorte non ci avesse divisi.
È così, mio usignolo, tra te e me c'è solo una differenza di grado: tu hai le ali e non puoi volare io ho le mani e non posso pensare.
Finito, dirà un giorno madre Natura finito di ridere e di piangere e sarà ancora la vita immensa che non vede non parla non pensa.
Romanza, che ami annuire e cantare col capo assonnato e le ali ripiegate, tra verdi fronde, quali agita nel suo fondo un ombroso lago, fu per me un variopinto pappagallo - oh, a me familiare uccello - che m'apprese a dir l'alfabeto e a balbettare le prime parole, quando nel bosco selvaggio io giacevo, fanciullo - dall'occhio sagace.
Ma da un pezzo, del Condor gli eterni anni così scuotono il cielo stesso là in alto, con tumulto di tuoni mentre passano, che non ho io più tempo per oziose cure, mentre spio l'inquieto cielo. E quando un'ora con più lievi ali getta su di me le sue morbide piume, dissipar quel breve tempo con lira e rime (vietate cose! ) - delittuoso parrebbe al mio cuore: a meno che con le corde non vibri anch'esso.
Sto in ascolto come al suono di voci lontane ma non c'è d'intorno nulla, nessuno e voi deponete il suo corpo in questa nera, buona terra né granito, né salici faranno ombra alle sue ceneri lievi soltanto i venti marini del golfo giungeranno volando.
Then a lawyer said, "But what of our Laws, master? " And he answered: You delight in laying down laws, Yet you delight more in breaking them. Like children playing by the ocean who build sand-towers with constancy and then destroy them with laughter. But while you build your sand-towers the ocean brings more sand to the shore, And when you destroy them, the ocean laughs with you. Verily the ocean laughs always with the innocent. But what of those to whom life is not an ocean, and man-made laws are not sand-towers, But to whom life is a rock, and the law a chisel with which they would carve it in their own likeness? What of the cripple who hates dancers? What of the ox who loves his yoke and deems the elk and deer of the forest stray and vagrant things? What of the old serpent who cannot shed his skin, and calls all others naked and shameless? And of him who comes early to the wedding-feast, and when over-fed and tired goes his way saying that all feasts are violation and all feasters law-breakers? What shall I say of these save that they too stand in the sunlight, but with their backs to the sun? They see only their shadows, and their shadows are their laws. And what is the sun to them but a caster of shadows? And what is it to acknowledge the laws but to stoop down and trace their shadows upon the earth? But you who walk facing the sun, what images drawn on the earth can hold you? You who travel with the wind, what weathervane shall direct your course? What man's law shall bind you if you break your yoke but upon no man's prison door? What laws shall you fear if you dance but stumble against no man's iron chains? And who is he that shall bring you to judgment if you tear off your garment yet leave it in no man's path? People of Orphalese, you can muffle the drum, and you can loosen the strings of the lyre, but who shall command the skylark not to sing ?