Le migliori poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

Lettere dal carcere a Munevver

Che sta facendo adesso
adesso, in questo momento?
È a casa? Per la strada?
Al lavoro? In piedi? Sdraiata?
Forse sta alzando il braccio?
Amor mio
come appare in quel movimento
il polso bianco e rotondo!
Che sta facendo adesso
adesso, in questo momento?
Un gattino sulle ginocchia
Lei lo accarezza.
O forse sta camminando
ecco il piede che avanza.
Oh i tuoi piedi che mi son cari
che mi camminano sull'anima
che illuminano i miei giorni bui!
A che pensa?
A me? O forse... chi sa
ai fagioli che non si cuociono.
O forse si domanda
perché tanti sono infelici
sulla terra.
Che sta facendo adesso
adesso, in questo momento?
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Notturno in tram a Berlino

    La vecchiaia la solitudine e io e poi una malinconia tutti
    e quattro camminiamo fianco a fianco senza parlarci

    ciascuno cammina solo ma siamo l'uno a fianco dell'altro

    che cosa non avremmo dato gli uni e gli altri per non sentire
    il rumore dei passi gli uni degli altri

    dentro di noi abbiamo pietà imprechiamo gli uni contro
    gli altri ma ci amiamo perché non crediamo gli uni negli altri

    che cosa non avremmo dato per arrivare a un incrocio e infilare presto
    quattro strade diverse ma non so se uno di noi morisse se quelli che restano sarebbero contenti

    la vecchiaia la solitudine e io e poi una malinconia tutti e
    quattro camminiamo fianco a fianco

    la notte prendiamo il tram i tram che non sappiamo dove vadano

    la notte i tram puliti larghi a tre vagoni ci portano in
    qualche luogo con stridori sferragliamenti

    a un tratto si levano davanti a noi dei muri bruciati e sotto
    il riverbero dei lampioni marciano diritti e testardi verso di noi

    delle finestre appaiono davanti a noi e vengono in folla verso
    di noi schiaciandosi l'una con l'altra

    finestre che non hanno nè vetri nè infissi che non sono finestre
    delle stanze degli uomini ma finestre del vuoto

    passiamo davanti alle porte senza battenti le porte che aprono su nulla

    sui marciapiedi degli uomini con tre punti sopra il bracciale aspettano il tram

    sono appoggiati sui loro bastoni dalle punte di gomma

    non so se tutti i muti sono anche dei sordi ma certo la maggior parte dei ciechi sono dei ciechi con gli occhi aperti e le luci dei tram cadono nei loro occhi aperti ma loro non si rendono conto che la luce cade nei loro occhi

    vecchie bigliettaie stanche fanno salire i ciechi sui tram

    donne che mi avete guidato teneramente tenendomi per mano

    a quasi tutte voi non ho dato che qualche poesia e forse un po' di tristezza

    sono grato a voi tutte

    traversiamo le tenebre degli spiazzi vuoti dove crescono i ciuffi d'erbacce

    i tram traversano le piazze i cui palazzi barocchi sono distrutti

    e le pietre bruciate spezzate si somigliano talmente che la testa
    ci gira e giriamo in tondo

    questa città è tutta bucata perché ha mandato i suoi soldati a distruggere altre città

    ho visto città rase al suolo avevano mandato i loro soldati a distruggere altre città e i soldati delle altre città le avevano rase al suolo

    ho visto città che preparavano i loro soldati per mandarli
    a distruggere altre città ed essere distrutte esse stesse

    dei violinisti salgono in tram con le scatole dei violini sotto
    il braccio e i loro lunghi capelli tristi non riescono a
    nascondere la loro calvizie

    questo agosto è forse l'ultimo agosto del mondo ha chiesto uno dei violinisti alla bigliettaia in una lingua che non conosco
    sulle piattaforme dei tram ci sono dei giovani in collera

    credo ch'essi stessi non sappiano perché e contro chi sono in collera

    che ora sarà adesso all'Avana amore mio sarà notte o giorno

    le ragazze scendono dai tram

    le loro gambe sono abbastanza ben fatte

    senza fare un gesto seduto dove sono le seguo e sotto il ponte
    di pietra sento vicinissimo al mio viso il calore delle loro bocche e volto la testa a una giovane donna che mi tocca la spalla senza ch'io sappia dov'è

    i suoi capelli son paglia d'oro le sue ciglia azzurre

    il suo collo bianco è lungo e rotondo

    alle fermate vecchie donne terribili con cappelli di
    paglia nera traversano le rotaie tenendosi per mano

    l'uomo seduto alla mia destra s'è inabissato dentro se stesso
    s'è perduto dentro se stesso

    è così lo so è così che la vecchiaia comincia

    tuttavia non è in mio potere non cadere nelle onde tristi

    così comincia la vecchiaia

    l'uomo seduto alla mia destra è caduto ancora nelle onde tristi

    alla porta del deposito siamo scesi dall'ultimo tram

    rientriamo a piedi

    tutti e quattro

    la vecchiaia la solitudine e io e poi una malinconia

    quando arriviamo all'albergo il sole comincia a spuntare

    nella nostra stanza apriamo la radio

    parla dei vascelli cosmici.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Il Cane

      Noi mentre il mondo va per la sua strada,
      noi ci rodiamo, e in cuor doppio è l'affanno,
      e perché vada, e perché lento vada.
      Tal, quando passa il grave carro avanti
      del casolare, che il rozzon normanno
      stampa il suolo con zoccoli sonanti,
      sbuca il can dalla fratta, come il vento;
      lo precorre, rincorre; uggiola, abbaia.
      Il carro è dilungato lento lento.
      Il cane torna sternutando all'aia.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Il Nunzio

        Un murmure, un rombo...
        Son solo: ho la testa
        confusa di tetri
        pensieri. Mi desta
        quel murmure ai vetri.
        Che brontoli, o bombo?
        Che nuove mi porti?
        E cadono l'ore
        giù giù, con un lento
        gocciare. Nel cuore
        lontane risento
        parole di morti...
        Che brontoli, o bombo?
        Che avviene nel mondo?
        Silenzio infinito.
        Ma insiste profondo,
        solingo smarrito,
        quel lugubre rombo.
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          Tristezza della Luna.

          Questa sera la luna sogna più languidamente; come una
          bella donna che su tanti cuscini con mano distratta e leggera
          prima d'addormirsi carezza il contorno dei seni,
          e sul dorso lucido di molli valanghe morente, si abbandona
          a lunghi smarrimenti, girando gli occhi sulle visioni
          bianche che salgono nell'azzurro come fiori in boccio.

          Quando, nel suo languore ozioso, ella lascia cadere su questa
          terra una lagrima furtiva, un pio poeta, odiatore del sonno,

          accoglie nel cavo della mano questa pallida lagrima
          dai riflessi iridati come un frammento d'opale, e la nasconde
          nel suo cuore agli sguardi del sole.
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            Natale

            Natale. Guardo il presepe scolpito,
            dove sono i pastori appena giunti
            alla povera stalla di Betlemme.
            Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
            salutano il potente Re del mondo.
            Pace nella finzione e nel silenzio
            delle figure di legno: ecco i vecchi
            del villaggio e la stella che risplende,
            e l'asinello di colore azzurro.
            Pace nel cuore di Cristo in eterno;
            ma non v'è pace nel cuore dell'uomo.
            Anche con Cristo e sono venti secoli
            il fratello si scaglia sul fratello.
            Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino
            che morirà poi in croce fra due ladri?
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              Scritta da: Silvana Stremiz

              Friendship

              And a youth said, "Speak to us of Friendship".
              And he answered, saying:
              Your friend is your needs answered.
              He is your field which you sow with love and reap with
              thanksgiving.
              And he is your board and your fireside.
              For you come to him with your hunger, and you seek
              him for peace.
              When your friend speaks his mind you fear not the
              "nay" in your own mind, nor do you withhold the "ay".
              And when he is silent your heart ceases not to listen to
              his heart;
              For without words, in friendship, all thoughts, all
              desires, all expectations are born and shared, with joy
              that is unacclaimed.
              When you part from your friend, you grieve not;
              For that which you love most in him may be clearer in
              his absence, as the mountain to the climber is clearer
              from the plain.
              And let there be no purpose in friendship save the
              deepening of the spirit.
              For love that seeks aught but the disclosure of its own
              mystery is not love but a net cast forth: and only the
              unprofitable is caught.
              And let your best be for your friend.
              If he must know the ebb of your tide, let him know its
              flood also.
              For what is your friend that you should seek him with
              hours to kill?
              Seek him always with hours to live.
              For it is his to fill your need, but not your emptiness.
              And in the sweetness of friendship let there be
              laughter, and sharing of pleasures.
              For in the dew of little things the heart finds its.
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