Le migliori poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

Il poeta

Il poeta è un uccello
che becca le parole
sotto la neve del normale
viene sul davanzale
e scappa, impaurito
se lo vuoi catturare
Il poeta è femmina
Il poeta è gagliardo
ha qualcosa, nello sguardo
che tu dici: è un poeta
Spesso è analfabeta
ma è meglio
è piú immediato
il poeta è un ammalato
colitico, fegatoso, asmatico
il poeta è antipatico, scontroso
ombroso: guai
chiamarlo poeta
è una cometa
che annuncia un mondo nuovo
è assolutamente inutile
è un fallito
è un pappagallo di partito
è organico, no,
è fatto d'aria
ha nella penna tutta intera
la rabbia proletaria
è sopra la politica
è sopra il mondo
il poeta è tisico e biondo
il poeta è sempre suicida
il poeta è un furbone
il poeta è una sfida
alle banalità del mondo
il poeta è assolutamente
del tutto normale
il poeta è omosessuale
il poeta è un santo
il poeta è una spia
poi un giorno va via
in un isola lontana
o anche a puttana
e lascia un gran vuoto
nella poesia
la sua
il poeta è il titolo
di questa mia.
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Sarah Brown

    Maurizio, non piangere, non sono qui sotto il pino.
    L'aria profumata della primavera bisbiglia nell'erba dolce,
    le stelle scintillano, la civetta chiama,
    ma tu ti affliggi, e la mia anima si estasia
    nel nirvana beato della luce eterna!
    Và dal cuore buono che è mio marito,
    che medita su ciò che lui chiama la nostra colpa d'amore: -
    digli che il mio amore per te, e così il mio amore per lui, hanno foggiato il mio destino — che attraverso la carne raggiunsi lo spirito e attraverso lo spirito, pace.
    Non ci sono matrimoni in cielo,
    ma c'è l'amore.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      Non piangere per me
      quando mi saprai morto
      Non oltre il suono tetro della campana lugubre
      Che dà notizia al mondo che sono fuggito
      Dalla sua codardia per vivere coi vermi.
      Anzi, se leggerai queste righe, dimentica
      La mano che le ha scritte: io ti amo così tanto
      Che vorrei scomparire dalla tua mente
      Se il pensiero di me può portarti dolore.
      Oh se mai tu posassi gli occhi su questi versi
      quando forse sarò già sfatto nella terra,
      Ti prego non chiamare il mio nome
      Ma lascia che il tuo amore con la mia vita muoia.
      Così che il mondo accorto non veda mai che tu
      Soffri ancora e ne rida, quando non sarai più.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Le mani

        Le mani delle donne che incontrammo
        una volta, e nel sogno, e ne la vita:
        oh quelle mani, Anima, quelle dita
        che stringemmo una volta, che sfiorammo
        con le labbra, e nel sogno, e ne la vita!
        Fredde talune, fredde come cose
        morte, di gelo (tutto era perduto):
        o tiepide, parean come un velluto
        che vivesse, parean come le rose:
        rose di qual giardino sconosciuto?
        Ci lasciaron talune una fragranza
        così tenace che per una intera
        notte avemmo nel cuore la primavera;
        e tanto auliva la soligna stanza
        che foresta d'april non più dolce era.
        Da altre, cui forse ardeva il fuoco estremo
        d'uno spirto (ove sei, piccola mano,
        intangibile ormai, che troppo piano
        strinsi? ), venne il rammarico supremo:
        - Tu che m'avesti amato, e non in vano! -
        Da altre venne il desìo, quel violento
        Fulmineo desio che ci percote
        come una sferza; e immaginammo ignote
        lussurie in un'alcova, un morir lento:
        - per quella bocca aver le vene vuote! -
        Altre (o le stesse) furono omicide:
        meravigliose nel tramar l'inganno.
        Tutti gli odor d'Arabia non potranno
        Addolcirle. - Bellissime e infide,
        quanti per voi baciare periranno! -
        Altre (o le stesse), mani alabastrine
        ma più possenti di qualunque spira,
        ci diedero un furor geloso, un'ira
        folle; e pensammo di mozzarle al fine.
        (Nel sogno sta la mutilata, e attira.
        Nel sogno immobilmente eretta vive
        l'atroce donna dalle mani mozze.
        E innanzi a lei rosseggiano due pozze
        di sangue, e le mani entro ancora vive
        sonvi, neppure d'una stilla sozze).
        Ma ben, pari a le mani di Maria,
        altre furono come le ostie sante.
        Brillò su l'anulare il diamante
        né gesti gravi della liturgia?
        E non mai tra i capelli d'un amante.
        Altre, quasi virili, che stringemmo
        forte e a lungo, da noi ogni paura
        fugarono, ogni passione oscura;
        e anelammo a la Gloria, e in noi vedemmo
        illuminarsi l'opera futura.
        Altre ancora ci diedero un profondo
        brivido, quello che non ha l'uguale.
        Noi sentimmo, così, che ne la frale
        palma chiuder potevano esse un mondo
        immenso, e tutto il Bene e tutto il Male:
        Anima, e tutto il Bene e tutto il Male.
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          Costance Hately

          Tu lodi il mio sacrificio, Spoon River,
          perché allevai Irene e Mary,
          orfane di mia sorella!
          E biasimi Irene e Mary
          perché mi disprezzarono!
          Ma non lodare il mio sacrificio,
          e non censurare il loro disprezzo;
          io le allevai, ebbi cura di loro, è vero! —
          ma avvelenai questi benefici
          col costante rinfaccio della loro dipendenza.
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            Margaret Fuller Slack

            Sarei stata grande come George Eliot
            ma il destino non volle.
            Guardate il ritratto che mi fece Penniwit,
            col mento appoggiato alla mano e gli occhi fondi —
            e grigi e indaganti lontano.
            Ma c'era il vecchio, l'eterno problema:
            celibato, matrimonio o impudicizia?
            Venne il ricco esercente John Slack,
            con la promessa che avrei potuto scrivere a mio agio,
            e io lo sposai, misi al mondo otto figli,
            e non ebbi più tempo per scrivere.
            Per me, comunque, era tutto finito
            quando l'ago mi trafisse la mano
            mentre lavavo i panni del bambino,
            e morii di tetano, un'ironica morte.
            Anime ambiziose, ascoltate,
            il sesso è la rovina della vita!
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              Scritta da: Silvana Stremiz

              I due leader

              Cacciari: il fascismo è lontano
              Occhetto: il fascismo è vicino
              Cacciari: ma dove lo vedi?
              Occhetto: là, sul falsopiano
              Cacciari: ma è solo un puntino
              Occhetto: ma è enorme, sciocchino
              Cacciari: è una nuvola bassa
              Occhetto: è una squadraccia
              Scusate se interrompo la conversazione
              disse il capo del plotone d'esecuzione.
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                Scritta da: Silvana Stremiz

                Buongiorno, mezzanotte

                Buongiorno, mezzanotte.
                Torno a casa.
                Il giorno si è stancato di me:
                come potevo io - di lui?
                Era bella la luce del sole.
                Stavo bene sotto i suoi raggi.
                Ma il mattino non mi ha voluta più,
                e così, buonanotte, giorno!

                Posso guardare, vero,
                l'oriente che si tinge di rosso?
                Le colline hanno dei modi allora
                che dilatano il cuore.

                Tu non sei così bella, mezzanotte.
                Io ho scelto il giorno.
                Ma, ti prego, prendi una bambina
                che lui ha mandato via.
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                  Scritta da: Silvana Stremiz

                  Nevicata

                  Nevica: l'aria brulica di bianco;
                  la terra è bianca; neve sopra neve:
                  gemono gli olmi a un lungo mugghio stanco:
                  cade del bianco con un tonfo lieve.
                  E le ventate soffiano di schianto
                  e per le vie mulina la bufera;
                  passano bimbi: un balbettìo di pianto;
                  passa una madre: passa una preghiera.
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