Poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

Telemaco chiuse la porta

Telemaco alla porta aspetti il padre
colui che mancò da remoti anni,
le sue braccia son ricordo di piccoli vagiti
e la madre racconta di tanti inganni
ch'ebbero i Proci d'ambiziosi sogni, armi.

Tu principe sei di Itaca immensa
mancando il verso della corona innata
Argo ti guarda, indiscreto pensa
a quant'è dolce la mente assonnata.

Troia non è la tomba del caro tuo maestro
colui che finge la pazzia improvvisa
e aduna le frecce e il dardo col destro
vecchiaia divenuta forza che avvisa.

Telemaco tu, che alla vita tieni
chiudi le porte ai malefici inganni
così che ai Proci, il capriccio toglievi
con il pensiero dolce di quei vetusti pan.
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Pioggia sul finir di luglio

    Pioggia;
    sei tu che gridi sul finir di luglio
    presa da spasimo e così piena d'orgoglio
    fai breccia per le strade a digiuno
    e bagni campi, prati e boccioli di giglio.

    …Adesso vedo chiaro e scuro

    dentro ai tuoi versi
    da queste tenebre assolto e libero
    da queste ronde notturne e odori di gelsi
    e tortuoso sentiero, illustro effimero.

    Incendio dell'anima e nei campi assolati
    ecco l'olezzo di sabbia e pioggia
    l'unione di due innamorati
    che in questo finir di luglio è parola saggia.

    Intenerisci di sorrisi e agguati
    con rumori di tuoni e scrosci improvvisi;
    tu pioggia in estate, di monti affamati
    e tutto rinfresca il senso, l'aria
    per noi indecisi.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Un amore sbagliato

      Da grande sognavo un futuro
      migliore, una vita serena,
      Sognavo un amore da
      stringere al cuore,
      Sognavo per lei ,le cose più belle
      le cose migliori, per farla felice,
      Sognavo di darle il paradiso.
      Ma ora ho capito che il mondo
      che sogni, non sempre si avvera,
      Ma spesso la sorte, ti cambia
      il destino.
      L'amore finisce, e tanta amarezza
      ti scende nell'anima stanca.
      Una vita distrutta,
      Un vuoto nel cuore, sei solo
      e assolto nei tristi pensieri,
      Ripensi al passato, e un po'
      disperato ti chiedi.. che vale
      amare una donna,
      Donarle il tuo cuore, soffrire
      per lei.
      La vita vissuta non tornerà più,
      Guarda al futuro e fuggi da lei,
      Da un amore sbagliato e così
      travagliato,
      Chiudi al passato, sei fiero,
      sei forte, mostra coraggio
      E cambia la sorte.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Un po' d'amore

        A Natale festa grande
        siamo sempre tutti buoni,
        Ci scambiamo tanti auguri,
        Ci scambiamo tanti doni,
        ma nei cuori noi ci odiamo.
        In ogni cuore, c'è un dolore,
        C'è chi è solo e abbandonato,
        C'è chi soffre per amore,
        C'è un bambino solo al
        mondo e non conosce un
        po' d'amore,
        C'è una mamma disperata
        dalla vita abbandonata,
        C'è un barbone che nel cuore
        tiene stretto il suo dolore.
        Poi, c'è un mondo tutto d'oro,
        suoni sfarzi e tanti onori,
        E non pensano a chi soffre ,
        Perché loro son diversi.
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          Gli Eroi D'Italia

          Per la Patria siete morti
          nel fior di giovinezza,
          Forti e fieri e con ardore
          vi siete fatti servitori.
          Servitori della Patria,
          A Voi si inchina l'Italia
          intera,
          A Voi saluta la nostra
          Bandiera,
          Onori e gloria vi sarà dato
          Eroi D'Italia sarà scritto
          sul Sacrato,
          Noi vi ameremo, e vi
          ricorderemo nella memoria,
          Per sempre regnerete
          nella storia,
          E il vostro nome
          sulla lapide scritto resterà,
          e una medaglia
          in petto a chi vi ama
          sarà data,
          e come Eroi sarete
          ricordati.
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            Dolci Melodie

            Sento nell'aria una
            dolce melodia,
            un suono lontano
            dolce e soave,
            E' il suono di un violino
            o forse di un' arpa,
            che inebria la mente e
            arriva fino al cuore,
            Risveglia nell'anima
            dolci sentimenti,
            Momenti teneri,
            Ricordi felici e lontani,
            ma sempre presenti
            nella mente e nel cuore,
            Se chiudo gli occhi
            vedo un ombra,
            Agile e leggiadra
            accarezzare la sua
            arpa e sfiorare con
            tocchi magici le sue
            corde,
            E quei suoni divini
            ti fanno sognare, e
            i cuori innamorati
            fanno amare.
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              Scritta da: Silvana Stremiz

              I vecchi e la vita

              I vecchi sono i saggi
              della nostra vita,
              I vecchi amano la vita,
              I vecchi ci allungano
              una mano,
              I vecchi ci sorridono,
              I vecchi ci consigliano,
              ci sorreggono, e non
              chiedono mai nulla
              in cambio.
              I vecchi vorrebbero un
              abbraccio, un sorriso,
              Ma nessuno li guarda,
              Nessuno si cura di loro,
              Vorrebbero una carezza,
              Vorrebbero tenerezza
              come fa il padre ai
              loro figli,
              I vecchi aspettano la
              vita, che gli scorre al
              fianco come un fiume in
              piena,
              I vecchi vorrebbero fermarla
              come fa un bimbo con
              la sua palla,
              I vecchi amano la vita,
              Ma la vita non ama loro,
              Gli nega un sorriso,
              Gli nega l'amore gli
              affetti, li rende timidi
              e spaventati,
              I vecchi sono soli con i
              loro pensieri, con i
              loro dolori,
              E nessuno si cura di loro.
              Ama i vecchi presto sarai
              come loro.
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                Scritta da: Silvana Stremiz

                Sfrigolano le stelle

                Sfrigolano le stelle sul pane fresco delle mie ore
                mentre in onde il grano
                m'affoga di cielo
                e fiorisco nel volo degli uccelli
                parlando con l'eco
                gridando vallate
                frantumandomi il volto
                nella danza sincopata dei semafori metropolitani.

                Un miglio d'oro mi legge la carne
                misurando in numeri vuoti
                la corsa del mio respiro
                la danza stanca del mio sguardo
                e nella coppa delle mani
                si versa la notte che bevo
                come un'acqua d'oblio.

                Si schiude la mia bocca in petali al mattino.

                Sul duplice urto del giorno e della notte
                mi scorre nelle vene l'acqua del mare,
                ed i miei sogni sono ali di corallo
                correnti d'alghe
                ed il gracidare delle rane.
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                  Scritta da: Silvana Stremiz

                  Ballata

                  Siamo forse noi nei mattini sui monti
                  il sole, luce riflessa di poeti antichi?

                  Noi, noi che accorriamo nel tempo,
                  noi volteggiando inseguiti
                  insicuri siamo destinati
                  a trovare la morte... morte

                  Noi che accorriamo nel tempo quieto d'autunno
                  sui campi dove uomo non scoviamo alcuno,
                  volteggiamo inseguiti ma siamo destinati
                  a trovare la morte su questi campi a noi stranieri.
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                    Scritta da: Silvana Stremiz

                    I' potre' anzi ritornare in ieri

                    I' potre' anzi ritornare in ieri
                    e venir ne la grazia di Becchina,
                    o 'l diamante tritar come farina,
                    o veder far misera vit'a' frieri
                    o far la pancia di messer Min Pieri,
                    o star content'ad un piè di gallina,
                    ched e' morisse ma' de la contina
                    que' ch'è domonio e chiamas'Angiolieri.
                    Però che Galieno ed Ipocràto,
                    fossono vivi, ognun di lor saprebbe,
                    a rispetto di lu', men che 'l Donato.
                    Dunque, quest'uom come morir potrebbe,
                    che sa cotanto ed è sì naturato
                    che come struzzo 'l ferr'ismaltirebbe?
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