Poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

Gli eletti

Pensando a loro verrà certo in mente,
soprattutto alla povera gente,
quella povera di un certo intelletto,
che non si giudica solo dal " letto ".

Il gusto di avere un affetto o un amore,
è proprio nell'intimo del nostro cuore,
allora pensiamo quel che si può fare
e lasciamo vivere senza giudicare.

Ognuno di noi ha le sue " stranezze ",
i dubbi, le angosce, le gioie e certezze,
allora si deve per forze additare
colui che è " diverso " ma vuole amare?

Diverso perché, da cosa e da chi?
Chi è che sancisce le regole qui?
Bisogna vedere, qual è il senso e la misura,
per cui si giudica con così tanta " cura ".

Il problema, è solo dentro di noi,
è il nostro cuore, che è arido ormai,
non ha più calore, è divenuto un sasso,
che giudica gli altri solo dal sesso.

Allora siam certi, felici e contenti,
di essere " etero " in mezzo alle genti,
gli " altri " si sà sono " diversi "
son solo e semplici: figli " dispersi ".

Guardiamoci in faccia, allora miei cari,
cerchiamo di essere fermi e sinceri,
di noi nessuno potrà mai sancire,
chi è " l'eletto " per poter giudicare.

Chi nel suo piccolo apprezza il valore,
solo dell'essere e non dell'apparire,
potrà un giorno, col senno di poi,
accettare che esistano loro: i gay.
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Condòmini

    Escono le mattine della domenica
    dopo che tanto è piovuto
    e la festa splende nel sole dissepolta;
    alzano la gaia concitazione
    delle partenze al mare
    al giro di ogni nuova mandata
    e allo scatto del portone corrisponde
    l'ombra nel fruscìo di una tendina;
    chi rimane è un viso che si sporge
    sulla rivalsa di chi parte
    stanno uniti così, nei giorni più
    luminosi,
    lo scorto e chi scorge
    come labbra mai bagnate da un bacio.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Acta de Independencia

      Independientemente
      de los designios de la Iglesia Católica
      me declaro país independiente.

      A los cuarenta y nueve años de edad
      un ciudadano tiene perfecto derecho
      a rebelarse contra l'Iglesia Católica.

      Que me trague la tierra si miento.

      La verdad es que me siento feliz
      a la sombra de estos aromos en flor
      hechos a la medida de mi cuerpo.

      Extraordinariamente feliz
      a la luz de estas mariposas fosforescentes
      que parecen cortadas con tijeras
      hechas a la medida de mi alma.

      Que me perdone el Comité Central.

      En Santiago de Chile
      a veintinueve de Noviembre
      del año mil novecientos sesenta y tres;
      plenamente consciente de mis actos.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        La poesia terminò conmigo

        Yo no digo que ponga fin a nada
        no me hago ilusiones al respecto
        yo quería seguir poetizando
        pero se terminó la ispiración.
        La poesía sa ha portado bien
        yo me he portado horriblemente mal.

        Qué gano con decir
        yo me he portado bien
        la poesía se ha portado mal
        cuando saben que yo soy el culpable.

        Está bien que me pase por imbécil!

        La poesía sa ha portado bien
        yo me he portado horriblemente mal
        la poesía terminó conmigo.
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          Cartas del poeta que duerme en una silla

          Cada vez que por una u otra razón
          he debido bajar
          de mi pequeña torre de tablas
          he regresado tiritando de frío
          de soledad
          de miedo
          de dolor.

          Yo no me pongo triste fácilmente
          para serles sincero
          hasta las calaveras me dan risa.
          Los saluda con lágrimas de sangre
          el poeta que duerme en una cruz.
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            Advertencia

            Yo no permito que nadie me diga
            que no comprende los antipoemas
            todos deben reir a carcajadas.

            Para eso me rompo la cabeza
            para llegar al alma del lector.

            Déjense de preguntas.
            En el lecho de muerte
            cada uno se rasca con sus uñas.

            Además una cosa:
            yo no tengo ningún inconveniente
            en meterme en camisa de once varas.
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              Li chiamano "diversi"
              All'inizio era un neonato,
              crebbe e divenne ragazzo,
              pensava di essere "malato",
              si trovò uomo, ma non un pazzo.

              Gli "altri" lo vedono solo un "diverso",
              e pensano a lui non come persona,
              vedono solo il loro "universo",
              non considerandolo figura "buona".

              Lo chiamano in tanti modi diversi,
              ma solo uno poi li accomuna,
              quello del loro mondo da: "dispersi"
              perché per loro la vita, non è solo una.

              Sono tante le loro vite,
              quelle dell'amore e della franchezza,
              perché loro le hanno arricchite
              nel loro intimo e nella saggezza.

              Portatori di handicap vengon chiamati,
              oppure "down" per i più "colti",
              ma semplicemente sono portati
              ad essere uomini e donne forti.

              Per sopportare certi "figuri"
              che non considerano il loro cuore,
              non devono udire certi "siluri"
              che vengon sparati senza pensare.

              La loro mente: aperta e tranquilla,
              si riflette ogni giorno nel loro mondo
              che li fa vivere sotto una stella,
              e li arricchisce assai nel profondo.

              A loro tutto il nostro rispetto,
              per la loro vita ricca ed intensa,
              per chi è dotato di un po' d'intelletto,
              sappia capire la differenza.

              Che è sempre data dall'esteriore,
              mentre poi conta quello che fai,
              non ti pensar che nel parlare
              non si palesi quel che poi sei.
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                Scritta da: Silvana Stremiz
                Credi?
                Piccola favola il vivere,
                sale dolce il pensiero
                che dal mare passa e
                verso l'elfico futuro va.

                L'aureola di stelle che
                la notte rende sacra.
                La mente sogna l'angelo,
                ed il suo sorriso è il viaggio.

                Con il quadro dell'oggi
                ed il busto di ieri,
                convivi la velocità delle nuvole
                e non voltarti al sole dell'alba.

                Sfida nel gioco, la montagna
                che nell'incanto tenta la ragione.
                Non spariranno le fate
                se ancora guarderai la. Credi?
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                  Scritta da: Silvana Stremiz
                  Kruptadìe philòtes
                  Accoglimi sul tuo seno di amante,
                  fra i tuoi capelli neri spettinati
                  dove sussurrerò
                  come fa il vento che non sa di farlo.

                  Se, come un animale,
                  mi esalterò fra le tue braccia bianche
                  e ti farò piegare le ginocchia,
                  si spezzerà il silenzio
                  del mio rimorso muto.

                  Le stelle son lontane,
                  ma non da questo cielo:
                  dai prati rugiadosi ove non piango,
                  dalle affollate sale ove non rido,
                  dai campi di battaglia che non calco.

                  Per questo ora ti abbraccio,
                  tu che dai questi brividi alla pelle
                  e irrighi questa scorza di piacere
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