Poesie inserite da Silvana Stremiz

Questo utente ha inserito contributi anche in Frasi & Aforismi, in Indovinelli, in Frasi di Film, in Umorismo, in Racconti, in Leggi di Murphy, in Frasi per ogni occasione e in Proverbi.

Scritta da: Silvana Stremiz
E adesso? E adesso?
Adesso che il tuo sole è scomparso
che fai?
Adesso che le tue luci si sono spente,
adesso che il vento e'cessato,
adesso che tutto e'deserto,
che il buio ti opprime
che il freddo ti copre
che fai?
Adesso che hai chiuso il tuo cuore
in un'urna d'acciaio
che hai scacciato i fantasmi
che ingannevoli ti addolcivano il cammino
che fai?
Che fai adesso?
... non so... ma sono ancora in piedi!
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Silvana Stremiz

    Contusione

    Colore inonda la macchia, porpora cupo.
    Tutto slavato è il resto del corpo,
    ha colore di perla.

    In un anfratto di rupe
    risucchia il mare ossesivamente,
    un solo vuoto è perno di tutto il mare.

    Non più grande che una mosca
    il marchio funesto
    striscia giù per il muro.

    Il cuore si chiude,
    il mare cala,
    gli occhi sono schermati.
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Silvana Stremiz

      Edge

      The woman is perfected.
      Her dead
      Body wears the smile of accomplishment,
      The illusion of a Greek necessity
      Flows in the scrolls of her toga,
      Her bare
      Feet seem to be saying:
      We have come so far, it is over.
      Each dead child coiled, a white serpent,
      One at each little
      Pitcher of milk, now empty.
      She has folded
      Them back into her body as petals
      Of a rose close when the garden
      Stiffens and odors bleed
      From the sweet, deep throats of the night flower.
      The moon has nothing to be sad about,
      Staring from her hood of bone.
      She is used to this sort of thing.
      Her blacks crackle and drag.
      Orlo
      -Sylvia Plath

      La donna è a perfezione.
      Il suo morto

      Corpo ha il sorriso del compimento,
      un'illusione di greca necessità

      scorre lungo i drappeggi della sua toga,
      i suoi nudi

      piedi sembran dire:
      abbiamo tanto camminato, è finita.

      Si sono rannicchiati i morti infanti ciascuno
      come un bianco serpente a una delle due piccole

      tazze del latte, ora vuote.
      Lei li ha riavvolti

      Dentro il suo corpo come petali
      di una rosa richiusa quando il giardino

      s'intorpidisce e sanguinano odori
      dalle dolci, profonde gole del fiore della notte.

      Niente di cui rattristarsi ha la luna
      che guarda dal suo cappuccio d'osso.

      A certe cose è ormai abituata.
      Crepitano, si tendono le sue macchie nere.
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Silvana Stremiz
        Stasi nel buio. Poi
        l'insostanziale azzurro
        versarsi di vette e distanze.

        Leonessa di Dio,
        come in una ci evolviamo,
        perno di calcagni e ginocchi! - La ruga

        s'incide e si cancella, sorella
        al bruno arco
        del collo che non posso serrare,

        bacche
        occhiodimoro oscuri
        lanciano ami -

        Boccate di un nero dolce sangue,
        ombre.
        Qualcos'altro

        mi tira su nell'aria -
        cosce, capelli;
        dai miei calcagni si squama.

        Bianca
        godiva, mi spoglio -
        morte mani, morte stringenze.

        E adesso io
        spumeggio al grano, scintillio di mari.
        Il pianto del bambino

        nel muro si liquefà.
        E io
        sono la freccia,

        la rugiada che vola
        suicida, in una con la spinta
        dentro il rosso

        occhio cratere del mattino.
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Silvana Stremiz

          Papaveri in ottobre

          Nemmeno le nubi assolate possono fare stamane
          gonne così. Né la donna in ambulanza,
          il cui rosso cuore sboccia prodigioso dal matello-

          Dono, dono d'amore
          del tutto non sollecitato
          da un cielo

          che in un pallore di fiamma accende i suoi
          ossidi di carbonio, da occhi
          sbigottiti e sbarrati sotto cappelli a bombetta.

          O Dio, chi sono mai
          io da far spalancare in un grido queste tarde bocche
          in una foresta di gelo, in un'alba di fiordalisi.
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Silvana Stremiz

            Specchio

            Sono esatto e d'argento, privo di preconcetti.
            Qualunque cosa io veda subito l'inghiottisco
            tale e quale senza ombre di amore o disgusto.
            Io non sono crudele, ma soltanto veritiero -
            quadrangolare occhio di un piccolo iddio.
            Il più del tempo rifletto
            sulla parete di fronte.
            È rosa, macchiettata. Ormai da tanto tempo la guardo che la sento
            un pezzo del mio cuore. Ma lei c'è e non c'è.
            Visi e oscurità continuamente si separano.

            Adesso io sono un lago. Su me si china una donna
            cercando in me di scoprire quella che lei è realmente.
            Poi a quelle bugiarde si volta: alle candele o alla luna.
            Io vedo la sua schiena e la rifletto fedelmente.
            Me ne ripaga con lacrime e un agitare di mani.
            Sono importante per lei. Anche lei viene e va.
            Ogni mattina il suo viso si alterna all'oscurità.
            In me lei ha annegato una ragazza, da me gli sorge incontro
            giorno dopo giorno una vecchia, pesce mostruoso.
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Silvana Stremiz

              The appeal

              If I have given you delight
              By aught that I have done,
              Let me lie quiet in that night
              Which shall be yours anon:
              And for the little, little, span
              The dead are borne in mind,
              Seek not to question other than
              The books I leave behind
              L'appello
              Se qualche diletto vi ho pur dato
              per qualcosa che io abbia operato,
              possa ora giacer sereno in quella notte
              che sarà anche vostra quando che sia:
              e per quel poco, poco spazio
              che i morti rioccupano nelle menti,
              vorrei che altro non cercaste
              che i libri che mi lasciai dietro.
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: Silvana Stremiz

                Im Vorübergehn

                Ich ging im Felde
                So für mich hin,
                Und nichts zu suchen,
                Das war mein Sinn.

                Da stand ein Blümchen
                Sogleich so nah,
                Daß ich im Leben
                Nichts lieber sah.

                Ich wollt es brechen,
                da sagt es schleunig:
                Ich habe Wurzeln,
                Die sind gar heimlich.

                Mentre andavo

                Andavo per i campi
                così, per conto mio,
                e non cercare niente
                era quello che volevo.

                E lì c'era un fiorellino,
                subito lì, vicino,
                che nella vita mai
                ne vidi uno più bello.

                Volevo coglierlo,
                ma il fiore mi disse:
                possiedo radici,
                e sono ben nascoste.

                Giù nel profondo
                sono interrato;
                per questo i miei fiori
                son belli tondi.

                Non so amoreggiare,
                non so adulare;
                non cogliermi devi,
                ma trapiantare.

                Im tiefen Boden
                bin ich gegründet;
                Drum sind die Blüten
                So schön geründet.

                Ich kann nicht liebeln,
                Ich kann nicht schranzen;
                Mußt mich nicht brechen,
                Mußt mich verpflanzen.
                Vota la poesia: Commenta