I Sogni di Astrid
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...alla mano, sulla porta di casa. La zia partì con una sgommata e Astrid si sbattè la porta alle spalle. La casa era silenziosa, come piaceva a lei, ma per colpa della zia sarebbe durata solo un'ora o poco più. Lanciò la borsa e la giacca di jeans sul divano, la mamma si sarebbe lamentata, ma non importava, se non lo avesse fatto per quello avrebbe trovato un altro motivo. Si tolse le scarpe a calci e le gettò in fondo al corridoio, sfilò dal collo la catenina d'argento con la nuova chiave della sua camera, e mentre saliva le scale pensò a quanto era stato difficile ottenerla.
Aveva dovuto convincere i suoi che aveva bisogno della sua privacy, soprattutto ora che Evan, suo fratello piccolo, cominciava a camminare e andava in giro a rompere tutto. Era stata dura ma alla fine il papà le aveva dato la vecchia chiave che, disse, avrebbe tenuto lui per sicurezza, e dieci euro per fare la copia. Ora la nuova chiave, lucida e personalizzata le pendeva al collo giorno e notte, mai incustodita. L'aveva fatta fare nera lucida, e poi ci aveva fatto stampare sopra l'immagine di una fata che leggeva. La catenina ... [segue »]
Composto venerdì 11 novembre 2011
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