Sotto il segno dell'ofiuco
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...un volto familiare. Era Lena, una ragazza che abitava due case dopo la sua; avevano frequentato insieme le scuole materne, e da lì in poi si salutavano e nulla più. La ragazza era legata ad un muro, con la sola biancheria intima indosso, e un bavaglio in bocca. Lena piangeva disperatamente. Diane si avvicinò leggermente per avere una visione migliore. All'improvviso, un guanto nero, tirò leggermente la tenda. Diane rimase a bocca aperta, delusa. Rimase li seduta per qualche minuto, ascoltando il lento fruscio dei rami degli alberi, spinti dal vento invernale. Ad accompagnare il quadretto c'erano i gemiti della povera Lena, legata al muro per chi sa quale futile motivo. All'improvviso i gemiti si fecero più forti, e il rumore di una lama che viene arrotata riempì il bosco circostante. Di colpo, i gemiti di Lena si trasformarono in urla, pur sempre strozzate dal bavaglio. Questo strazio durò circa tre minuti, accompagnato da una lunga e sonora risata finale. Era stato Galil? Non era possibile, un così bravo ragazzo. Ora Diane tremava dal terrore. Poco dopo Galil uscì dal rifugio, non accorgendosi di Diane, ancora nascosta nel cespuglio. Quando fu certa che Galil fosse lontano, la ragazza uscì dal ... [segue »]
Composto mercoledì 22 giugno 2011
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