Sotto il segno dell'ofiuco
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...ragazzi. Optò quindi per l'opzione maschile. Si alzò di scatto e si avvicinò al mobiletto posto nell'angolo buio. Ne estrasse l'annuario della sua scuola. Cominciò a sfogliare. "Vediamo... Jay Ollen? No... Mark Wanderveuder? No... mmm... Hass Geuters! Bene, procediamo con la settima vittima." Galil ripose l'annuario e, con un sorriso stampato in faccia, uscì dal rifugio e si recò a casa. Doveva riportare la pala nel magazzino prima del ritorno dei suoi. Arrivato a casa, entrò direttamente nel garage, e vi posò la pala. Giratosi, si trovò la madre sull'uscio, braccia conserte, sguardo sospettoso. "Dove sei stato?" Gli chiese. "A fare un giro" rispose Galil seccamente. "A fare un giro dove?" Ribattè la madre. "Non ti interessa." Concluse Galil, che spostò la madre e tentò di salire. "Galil dimmi qualcosa! Voglio sapere dove vai, con chi vai, cosa fai! Perché non mi parli più..." disse la madre, afferrandolo per i pantaloni, "perché non vuoi avere più un dialogo con noi? Che ti abbiamo fatto?" Concluse la madre, quasi in lacrime. Galil la strattonò e la minacciò: "Mamma non metterti in mezzo con quello che faccio. Te ne pentirai." Detto questo, Galil filò in camera sua, lasciando ... [segue »]
Composto mercoledì 22 giugno 2011
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