Sotto il segno dell'ofiuco

...prigione. Sperava potesse aiutarla. A vedere quella sagoma, capì di essere ormai spacciata. Galil la osservava, appoggiato ad una pala, e sorrideva, con il suo ghigno malefico. Diane dispose sdraiata aspettando di morire assiderata. Galil, prese la pala e comincio a saturare di neve la profonda buca. La neve cadde proprio addosso a Diane, che urlò per il contatto con la sostanza gelata. Le lacrime ormai non rigavano più il suo dolce volto. Diane ormai era un tutt'uno con la neve, fredda, bianca. Morta.
Galil sapeva di essere più intelligente degli altri. Lo percepiva ogni qual volta si avvicinava ad un'altra persona. Era un piacere immenso per lui. Qualcosa di indescrivibile. Galil possedeva una mente logica e meccanica, come un computer; riusciva a calcolare ogni possibilità in un evento, facendo in modo che, le sue vittime non avessero via di scampo. Tornò al suo rifugio, oramai quasi coperto interamente dalla neve appena caduta. Entratovi, raccolse il foglio con i nomi scarabocchiati a cui Diane aveva dato un'occhiata. Depennò il nome della sua sesta vittima, e si sdraiò per terra, la nuca appoggiata sui palmi delle mani, a pensare alla sua nuova vittima. Aveva ormai ucciso quattro ragazze e solo due ... [segue »]