La speranza dell'inetto
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...per rilassarmi nei pomeriggi oziosi della mia vita. Tornai alla finestra a cercare la nota ispirazione ma, nonostante l'impegno e la volontà, non riuscii a concludere nulla di soddisfacente.
Mi voltai verso la poltrona, la busta giaceva inerme su di essa. Mi decisi ad aprirla.
Era il manoscritto.
I miei occhi non potevano credere a ciò che stavano osservando, quella realtà che avevo rifiutato mi era stata riconsegnata nelle mani, come a volermi costringere ad accettarla e farla mia.
Era incredibile ma stavo trascurando un particolare che la sorpresa non mi permetteva in quel momento di focalizzare. Osservai dopo qualche minuto con attenzione quei fogli sgualciti ed inumiditi, c'era scritto qualcos'altro alla fine di quel breve racconto, e la calligrafia non era la mia.
Era incerta, tremolante, l'avrei potuta definire quasi esistante. Mi avvicinai alla prima lampada che avevo a portata di mano e cercai di decifrare quelle frasi.
"Questi fogli mi son piovuti dal cielo una mattina di un paio di mesi fa, e da allora li ho tenuti con estrema cura. In qualche maniera posso dire di esserci affezionato. Ora ho deciso di riconsegnarteli, avendo letto l'intestazione che avevi scritto, con l'indirizzo e tutto il resto.
Perdonami se ... [segue »]
Composto lunedì 11 gennaio 2010
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