La speranza dell'inetto
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...seguirono furono molto duri. Non c'era gloria per il barbone che aveva praticamente salvato una vita, e non me ne facevo un grosso problema in fondo. Ma non c'era neanche del cibo, e questo mi tormentava alquanto.
Inaspettatamente un giorno il motociclista venne a cercarmi. Riconobbe il mio viso, quel viso che aveva visto affianco a lui quel giorno dell'incidente, quando i suoi abiti inzuppati di sangue macchiavano la strada sul quale si trovava sdraiato. Mi raccontò i momenti successivi al suo "risveglio": la respirazione che gli avevo applicato aveva dato i suoi frutti. La cosa mi sollevò per qualche secondo, facendomi per un attimo sentir fiero di ciò che avevo fatto.
Mi volle dare del denaro, che rifiutai. Accettai invece l'offerta di pranzo assieme a lui, e degli indumenti puliti che si offrì di regalarmi a tutti i costi. Il punto era che non volevo segni di riconoscenza e gratitudine che non comprendessero eventualmente dei semplici ringraziamenti verbali. Non desideravo far intendere di aver compiuto quel gesto per ottenere qualcosa in cambio: era stata la mia umanità a spingermi a farlo, l'unica umanità viva e rigogliosa presente in quel vicolo, colmo di anime corrotte dall'egoismo, dall'odio, dall'indifferenza e dal ... [segue »]
Composto lunedì 11 gennaio 2010
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