La speranza dell'inetto
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...era quasi impossibile ricevere udienza da un semplice ignaro passante, figuriamoci dalle istituzioni.
Mi sollevai appoggiandomi alla parete in mattoni color legno che mi dava le spalle, mi guardai un attimo attorno anche per svegliare il mio corpo intorpidito dallo scomodo giaciglio in cui avevo passato la notte. Decisi d'incamminarmi verso il bar all'angolo intenzionato com'ero a metter qualcosa nel mio stomaco affamato; mi soffermai sulle vetrine del locale ad osservare la gente tutta imbellettata far colazione in un clima di allegria e spensieratezza. Avrei dovuto invidiare quel loro stato d'animo ed invece vi sorprenderò dicendovi che non era affatto così. L'unica cosa che desideravo avere era un pasto caldo, l'unica cosa reale e sincera che poteva far parte di quel bar: al suo interno tutte quelle persone erano ipocrisia allo stato puro, così gioviali tra loro ed allo stesso tempo così pronte ad azzannarsi gli uni con gli altri una volta entrati nei rispettivi uffici, luoghi ove regnava la legge del più forte e le angherie erano all'ordine del giorni.
Mi decisi ad entrare dopo aver preso dalle tasche quei pochi spiccioli di cui ero in possesso. Vedete, ero sì un barbone ma non un ladro, coglievo il cibo ... [segue »]
Composto lunedì 11 gennaio 2010
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