Scritto da: Andrea Bidin

La speranza dell'inetto


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...generato copiosamente dal motore danneggiato.

La gente tutt'intorno era basita. Nessuno apparentemente sapeva cosa fare: una bambina scoppiò in lacrime tra le braccia della giovane madre. I negozianti uscirono a vedere cosa diavolo era stato quel boato improvviso. Un passante era al telefono: probabilmente stava chiamando un'ambulanza.

Non ci pensai due volte. In men che non si dica stavo mettendo sul fianco il motociclista che mi pareva gravemente ferito, tutto insanguinato, probabilmente con diverse ossa rotte. Presentava lacerazioni sul viso e le braccia, non era cosciente. Lo misi pancia in su e cominciai subito a praticargli la respirazione bocca a bocca per cercare di salvarlo.

La gente tutt'intorno era sconvolta, qualcuno urlava, altri facevano commenti razzisti su di me, preoccupati forse che potessi passare qualche malattia. Poveri bastardi, quanto vi compatisco. Il taxista mi intima di lasciarlo stare e levarmi dai coglioni, dal momento che non c'entravo nulla e non dovevo intromettermi col rischio di compromettere tutto. Come se già non fosse abbastanza nei guai: era passato col rosso in un incrocio affollatissimo. Idiota.

Continuai la respirazione e ricevetti un calcio da quell'essere spregevole, che pochi secondi dopo in preda al panico salì sul suo taxi fumante e si allontanò ... [segue »]
Composto lunedì 11 gennaio 2010

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    Scritto da: Andrea Bidin

    Commenti

    4
    postato da , il
    Vi ringrazio per i complimenti. E' fonte di gioia e miglioramento delle mie abilità leggere i vostri commenti
    3
    postato da , il
    Mi hai indotto a riflettere, grazie.
    2
    postato da , il
    Davvero complimenti, stai migliorando sempre più.
    1
    postato da , il
    Complimenti, questo racconto è splendido!

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