Il sorriso di Paola
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...limitò a dire, Andrea.
Durante il tragitto, nessuno dei due parlò, talmente era forte e pesante il dolore che provavamo.
Una volta giunti a casa, mia madre ci accolse, con la bimba finalmente addormentata.
"Allora cosa ha detto il dottore? Che cure dovrà fare?"
Oltrepassai il salotto fiondandomi in camera da letto.
Andrea mi fu dietro.
Pensava di trovarmi sul letto in lacrime, invece mi vide seduta davanti ad una tela alla quale stavo lavorando da tempo.
"Lara..."
Alzai una mano in segno di difesa. Non volevo parlare. Non in quel momento. Avevo bisogno di tempo per riflettere ed elaborare quella straziante verità.
Tremendamente affranto, Andrea tornò in salotto.
"Ma allora cosa..." iniziò a dire mia madre.
"Lascia stare! Per ora non ne vogliamo parlare" disse prendendo in braccio la piccola. "Preferiremmo non affrontare l'argomento, ora."
La donna, silenziosamente, si allontanò, rifugiandosi in cucina.
La bambina aveva pianto ininterrottamente per un'ora e mezza e, quando finalmente si era addormentata, non le era parso vero.
Le braccia le dolevano talmente l'aveva tenuta in braccio per cercare di acquietarla, ma ora, tutto quello non aveva più importanza. Il dolore più grande ed importante che sentiva, le nasceva dal cuore.
Mi si era ... [segue »]
Composto nel agosto 2009
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