Il sorriso di Paola
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...abbracci vuoti e privi di slancio, almeno da parte mia. Mi sentivo come strappata dal mio corpo e gettata in quello di un'altra persona... una che doveva mostrarsi socievole e serena.
Era capitato diverse volte che amici e conoscenti venissero a trovarci, ma non si fermavano più di mezzoretta. Da tempo immemore non mi mettevo ai fornelli con l'entusiasmo di cucinare, come invece avveniva spesso, in passato.
Era un po' una prova. Ma, francamente, non mi sentivo così propensa ad affrontarla quella sera stessa.
Le lasagne erano pronte, l'arrosto e le patate pure.
"Cara, ma come sei bella! Ti trovo in splendida forma!" Mentì un'amica.
"Grazie..."
Verso le otto ci accomodammo tutti a tavola.
Mia madre si era fermata da noi e stava facendo giocare la bambina.
Si sentivano i suoi gridolini sin dalla sala da pranzo.
Erano trascorsi ben due anni, ma lei ancora non si rassegnava all'idea che sua nipote non fosse "normale"...
"Ma... la piccola dov'è?" Chiese coraggiosamente una delle invitate.
Un silenzio gelido e carico di ansia congelò la stanza.
Andrea fu il primo a riprendere parlare.
"Di là con la nonna. La fa giocare un po'..."
"Oh gioca? Allora ha fatto dei progressi! Che bello! ... [segue »]
Composto nel agosto 2009
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