Il sorriso di Paola
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...tristezza decisi di dimettermi e, quindi, dedicarmi totalmente a lei.
Certo mi mancavano i colleghi, i caffè insieme, la corroborante frenesia dei documenti da consegnare, dei clienti da soddisfare... ma ora quella realtà non mi apparteneva più.
E mi sentivo sola... tremendamente sola.
Anche le cose con Andrea non andavano bene. Io ero sempre tesa e mi sembrava che qualunque cosa facesse avesse l'incredibile potere di irritarmi.
E lui, sportivo per eccellenza, si era visto costretto a ridurre sensibilmente i suoi svariati impegni agonistici per stare insieme a noi.
Da mesi non mi occupavo dei capelli, mi depilavo quando non potevo proprio farne a meno, indossavo sempre vestiti sciatti e sgualciti e la mia trousse dei trucchi aveva sopra una ragnatela fitta.
Comunque, quella sera mi raccolsi i capelli sulla testa, giusto per non mettere in bella mostra la mia chioma, ormai priva di forma e colore, indossai un vestitino bluette e azzardai persino un collier che Andrea mi aveva regalato molto tempo prima, quando eravamo ancora fidanzati. Mi sforzai di farlo. Soprattutto per Andrea. Per noi.
Alle sette in punto il campanello suonò.
Andai ad aprire piuttosto svogliatamente, ma cercando di dipingermi un radioso sorriso sul volto.
Baci e ... [segue »]
Composto nel agosto 2009
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