Il sorriso di Paola
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...srotolato tutto nella mente, senza tregua. Avevo accolto quei ricordi dentro di me, trastullandomi tra la delusione, l'amarezza e il senso di colpa che mi avevano accompagnata per tutto il giorno.
Erano ormai quasi le sette di sera, di lì a poco sarebbero arrivati gli ospiti.
Andrea aveva tanto insistito affinché ci concedessimo una serata con gli amici. Erano più di due anni, cioè da quando la bambina era neonata, che non organizzavamo una delle nostre solite cene in compagnia.
Ma, personalmente, non ne avevo più la forza e men che meno il tempo.
Da quando eravamo tornati dalla Francia, avevamo portato Paola in diversi altri ospedali. Ormai, avevamo preso coscienza del fatto che lei non sarebbe migliorata, che avremmo sempre dovuto imboccarla, lavarla, cambiarla, vestirla...
Da un po' di tempo erano subentrate anche le crisi epilettiche, spaventose e disarmanti.
E chi aveva voglia di ricevere ospiti in una situazione come quella? Non certo io.
Sarei dovuta tornare al lavoro dopo qualche mese dal parto, ma non lo feci. Paola assorbiva ogni mia attenzione.
Inoltre, da quando aveva compiuto due anni e tentava di sedersi sul pavimento, sbatteva a destra e sinistra ed era sempre piena di lividi.
Con un'immensa ... [segue »]
Composto nel agosto 2009
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