Scritto da: Gladys Rovini

Come un girasole


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...appoggiò il vassoio dei bignè, cercò un tovagliolo e, con assoluta destrezza, avvolse la mia mano per rimuovere l'appiccicoso ripieno.
In quel gesto premuroso e gentile lessi un lato del suo carattere che mi fece vibrare le corde più intime del cuore...
Era bella, simpatica e dolce...
Socchiusi per un istante gli occhi immaginando di poter baciare quelle labbra colorate e di poter accarezzare quella pelle che, di certo, aveva la morbidezza della pesca. Ma subito li riaprii, violentemente. Un imbranato come me non avrebbe avuto alcuna speranza con una come lei.
Già troppe volte, in passato, ero stato scottato dal genere femminile e, anche se lei mi appariva come un essere speciale e diverso da tutte le altre, non intendevo farmi illusioni.
Così, semplicemente, mi tolsi i residui di crema dalle dita, appallottolai il tovagliolo e lo gettai con stizza nel cestino dei rifiuti. Ringraziai il fatto che, almeno, feci subito canestro... una seconda figura di m... avrebbe del tutto compromesso la mia già precaria autostima!
"Forse avresti preferito una pizzetta..." commentò lei. "Ma pensavo che tu avessi più bisogno di qualcosa di dolce" ammise riafferrando il vassoio, posato lì accanto, poco prima.
"Davvero?" Chiesi con aria indifferente. "E ... [segue »]
Composto nel agosto 2009

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