Scritto da: Gladys Rovini

Come un girasole


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...lei venne al nostro concerto. A dire il vero, erano anni che non mi esibivo davanti ad un pubblico e non avevo idea di come avrei reagito di fronte ad una vastità di gente come quella! Inoltre, la presenza di quella ragazza accresceva la mia tensione. Di lì a poco, però, compresi che, per me, solo la sua presenza aveva il potere di sortire un effetto devastante. Solo la sua opinione contava. Era come se tutti gli altri fossero diventati trasparenti... solo lei aveva colore, solo lei riuscivo a scorgere nitidamente.
E quell'acquisizione mi caricò... mi caricò all'inverosimile! E suonai, suonai e suonai... con grinta, entusiasmo e passione sino a quando non avvertii le mie mani che dolevano. Fu quasi un amplesso musicale!
Dopo l'esibizione, ci trattenemmo al locale. La ragazza dietro al bancone ci rinfrescò offrendoci il cocktail della casa. Lei lo gusto lentamente. Poi, guardando verso di me, disse:
"Tu non bevi? Dopo tutto quel suonare credevo te lo scolassi!"
Ecco, uno di quei momenti ostici. Ormai dovevo esserci quasi abituato. Erano due nani che ne avevo a che fare, ma... ora c'era lei. E tutto diventava più difficile.
"A dire il vero... mi berrei volentieri un bicchiere d'acqua frizzante!" Ammisi ... [segue »]
Composto nel agosto 2009

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