Duonnu Pantu – Erotismo e sensualità
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...comprendendo l'ironia per certi aspetti innocua e mai blasfema, non riuscì a trattenere una risata! In effetti i suoi versi, per quanto chiari ed espliciti, non apparivano mai volgari e offensivi. Ovviamente il Vescovo non poteva consentirgli di continuare a pubblicare le sue composizioni, visto il clima che si viveva in quegli anni, e arrivò quindi a minacciarlo di non ordinarlo sacerdote (era ancora diacono) se non la smetteva di scrivere poesie con quei contenuti altamente erotici.
Don Domenico però, non riusciva proprio a resistere. Obbedendo formalmente al Vescovo trovò un escamotage: si vestì da anziana donna cosentina e recitò una sua nuova composizione erotica (la splendida'Jisti de pinnu') davanti al noto poeta napoletano Nicola Capasso, di passaggio da Cosenza, che rimase colpito da quei versi. Conobbe così don Piro, apprezzando immediatamente le sue opere.
" Jisti de pinnu "è un sonetto particolarmente riuscito che si conclude così:
" Fore mal'uocchiu! Fai viersu a lu vulu.
Avantatinne, e ncricca lu mustazzu.
Ca le Muse curtiggianu a tie sulu.
E mò chi sì puetune, anzi puetazzu,
famme na rima a stu curmu de cazzu "!
(Oscar Lucente la traduce così:" Senza alcuna invidia! Fai versi improvvisando, vantatene e rallegrati attorcigliando i baffi, giacché ... [segue »]
Composto giovedì 29 maggio 2014
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