Scritto da: Sergio Bissoli

Ricordi di Renzo Ferrari


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...ero lì, preoccupatissimo per i danni che avevo subìto. Quando l'auto arrivò a livello della strada constatai con stupore che la carrozzeria non si era fatta niente, neppure un graffio. Allora per la tensione nervosa scoppiai a ridere. E immediatamente ricordai nitidissima la scena del sogno. Era identica: l'auto che risaliva tirata dalla catena ed io lì vicino mentre ridevo. Renzo diede 1000 lire all'uomo del trattore e ripartimmo.
Una meravigliosa sera di maggio, con i glicini. Dopo il pomeriggio trascorso insieme a Pia, io e Renzo salimmo in macchina per partire. La macchina era posteggiata davanti al castello del Conte e dallo specchietto retrovisore vedevo Pia e sua sorella che giocavano davanti alla loro casa. Renzo mi incitava a partire perché era tardi, ma io non mi decidevo a mettere in moto la macchina. Restavo a guardarle da lontano, nell'incanto, nel silenzio della via deserta, di sera. Una poesia mi si formava nella mente e quando arrivai a casa scrissi un altro poco.
In Giugno comprai un motorino Califfo come quello di mio cugino. Una sera partii per Veronella e passando da Ca del Lago mi venne l'ispirazione per la poesia: da solo.
In Luglio al giovedì prima della ... [segue »]

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