La partenza e le attese
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...e li riapro dentro... vedo le urla riecheggiare nel mio vuoto interiore causato da mille tormenti figli delle mie malattie e dei miei disagi, vedo ancora i fragori degli scudi infranti da mazze chiodate, vedo lame entrare nelle carni vive e strappare, tagliare, rovinare tutto quello che di più perfetto può esserci... l'uomo. C'è sangue misto a sudore a terra... è angosciante stare qui, fa paura. Osservo i miei compagni di futura sventura, amici di tante bevute e tante risate. Si sta in silenzio ad ascoltare la sofferenza e la ferocia di genti troppo vicine a noi. Tra poco a noi disse qualcuno e fece freddo d'improvviso, freddo dentro. A noi, riecheggiava nelle teste. Tutti ipnotizzati dalla fiamma ancora viva ma spenti negli sguardi, già morti. Vedevo in ognuno di loro una storia, un amore, una donna da amare, un bambino che ride, una casa da proteggere, una mucca da mungere, storie quotidiane. Ma io? Io ero più tranquillo di tutti loro? Davvero riuscivo a pensare a tutti loro e a sorridere sentendo un calore al cuore? Riuscivo a far questo in un atmosfera così pesante e drammatica? La vorrei qui, ora, per aver forza. Al fronte sembra tacere tutto.... [segue »]
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