La partenza e le attese

...tratti e imbrunito a punti sparsi... era stupenda pensavo, invincibile. Ingrassai le cinghiette di cuoio come non avevo mai fatto, oliai ogni parte che ne aveva bisogno, nessuno sfregamento, nessun cigolio ci doveva essere all'alba... non ci si doveva far sentire dalla Morte. Osservavo attentamente ogni parte, toccando le ammaccature ormai ribattute dal bravo fabbro di corte, chiudevo gli occhi e con malinconia, le ricordai una ad una sentendo nel cervello l'eco dello schianto, la lancia spezzata sul petto, la mazza che folgora sull'avambraccio, lo scudo che impatta sul giavellotto lanciato dal forte Costantino di Ravenna. Erano giostre, giostre e tornei di giorni felici alle corti dell'Impero, a far baldoria tra donne e cani che rubavano avidi la cacciagione cotta lenta al fuoco di grandi bracieri, erano i giorni del vino rosso a fiumi ma domani... domani all'alba sarà un teatro vero, dove gli spettatori uccidono e bisogna esser veloci, guardarsi anche dal compagno, essere abili a non morire. O io o tu, non c'è via di mezzo. Non c'è chi vince ad alzarti con la mano tesa per sbeffeggiarti sotto l'acclamazione divertita del popolo che aspetta la festa per vedere la giostra dei cavalieri. Nessuno parla, nessuno ride. Il ... [segue »]