Racconti di guerra
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...care persone che non ci sono più da tanto tempo, mi accorgo quanto ancora sono vive dentro di me...
Una notte fui svegliata dalle grida, venivano dalla stradina sottostante alle finestre delle nostre camere da letto, mio zio Alvaro mi prese tra le braccia, mi portò fuori in strada, seguito da mia nonna.
Vidi tanta luce, la città era illuminata a giorno, la gente gridava, mio zio correva verso il rifugio. Fummo costretti a fermarci sotto un grosso albero: terribili botti e squarci di luci, case che cadevano giù formando un grande polverone e rombi di aerei sopra la nostra testa. Era il primo bombardamento nella città di Pistoia anno 1941. Quella notte non riuscimmo ad arrivare al rifugio che era a pochi metri da noi.
Il ritorno a casa dopo il cessato allarme fu terribile, la nonna ripeteva: "la nostra casa... la nostra casa".
Lo zio Alvaro ci faceva coraggio mi teneva sulle spalle, stretta a lui,
vedevo cose terribili, fumi con sotto macerie, gente che gridava "... aiutateci...", persone distese immobili nella strada piena di macerie, morti, feriti, tanta confusione, tanta paura, tanta incredulità, tanto sgomento.
Lo zio camminava accanto a sua madre che ripeteva tutti i ... [segue »]
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