Racconti di guerra
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...sparirono tutti gli uomini del paese, anche mio zio Alvaro che proprio quel giorno era venuto a trovarci, fu richiusa la botola, rimessa sopra le legna in grande silenzio, eravamo rimasti donne e bambini e vecchi.
Non ci fu detto nulla ma capimmo quello che poteva succedere e come
ci si doveva comportare.
Dopo pochi minuti sentimmo battere alla porta, entrarono gli SS. Di loro ricordo solo i lunghi stivaloni neri, forse avevo paura di alzare gli occhi per vedere la loro faccia.
Interrogarono i vecchi e le donne domandavano degli uomini, frugarono per tutta la casa, noi evitavamo di guardare la catasta di legno davanti al camino, occhi a terra, gli stivali neri che andavano su e giù tanti voci e stivali neri, eravamo terrorizzai, poi silenzio, erano andati via.
Un silenzio carico di paura, cosa sarebbe successo il giorno dopo?
Furono fucilati dieci persone, ancora oggi una lapide al muro li ricorda, ognuno con il proprio nome e gli anni che avevano.
La catasta di legno davanti al camino della grande cucina veniva spostata
in continuazione, salivano e scendevano uomini e giovane donne conosciute e sconosciute, avevano un nome in comune partigiani.
Noi ragazzi ci sentivamo importanti per il compito che ... [segue »]
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