Racconti di guerra
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...bottiglia nelle mani lasciando il manubrio libero, era il mio eroe e gli volevo molto bene.
Mi ricordo un pomeriggio d'estate seduta sulla canna della sua bicicletta, insieme ad altri ragazzi, andammo a visitare una piccola chiesa di campagna. Dentro, ai lati, c'erano stesi tanti ragazzini.
Ragazzi ospiti di un collegio morti nell'ultimo bombardamento, di loro non riesco a ricordare un volto ma tante piccole gambe distese con calzini arrotolati sulle misere scarpe, scarpe con lacci sciolti e i loro pantaloncini corti. Un'immagine rimasta viva nella mia mente che mi sembra addirittura di vederle ancora.
A mezzogiorno arrivava un aereo ricognitore che ci avvertiva che dopo il suo passaggio ci sarebbe stato un bombardamento, quindi prendemmo l'abitudine di fare il nostro misero pranzo prima di quell'ora.
La nonna preparava la sua borsa, con le cose più importanti: qualche vestitino per me, le medicine per lei che soffriva di male di cuore, i libretti di pensione, il libretto postale qualche foto, non sapevamo mai se si sarebbe ritrovata la casa intatta.
I ragazzi e noi bambini aspettavamo l'aereo Pippo ricognitore...
lo chiamavamo così noi ragazzi! Salivamo su una panchina che, si trova ancora nella stradina, incoscienti salutavamo quel piccolo aereo che ... [segue »]
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