Scritto da: Anna D.

Il veleno che mi cura


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...dentro brandendo l'ombrello che avevo preso dal borsone per "proteggermi" da qualsiasi evenienza o almeno così credevo perché, per quello che i miei occhi si trovavano di fronte, l'ombrello non sarebbe servito a nulla. Un pizzicotto forse, giusto per capire che non si tratta di un sogno. Lui è nel mio salotto con suo classico completo d'ufficio. Non è un sogno e nemmeno un flashback perché il vaso non è sparso per terra come i brandelli del mio cuore. Lui è davvero dinanzi a me e io non riesco più a muovere nemmeno un nervo. Solo il mio cuore che fino ad allora sembrava essere scomparso dal mio petto ora si è messo a battere come un forsennato.
"Ciao" dice lui con una voce appena percettibile.
"Che ci fai qui?" riesco a dire io.
"Il custode mi ha fatto salire ma sono stato io a farmi aprire. È una brava persona."
"Lo so ma la mia domanda era un'altra" gli faccio notare io.
A quel punto la sua bocca ammutolisce ma i suoi occhi continuano a parlare. Ho troppa paura di leggerli, troppa paura di trovarci quello che voglio io. Devo essere bruttissima ai suoi occhi con la tuta e ... [segue »]

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