Jane Eyre
Capitolo: XXIIIScegli la pagina:
...non essere mai giunta a Thornfield.
"Perché vi dispiace lasciarlo?"
La violenza dell'emozione, che il dolore e l'amore esaltavano, reclamava il suo dominio e lottava per ottenerlo pienamente, affermava il suo diritto a imporsi su tutto, a traboccare, a vivere, a elevarsi, a trionfare infine e, sì... a parlare.
"Mi duole di lasciare Thornfield: io amo Thornfield... lo amo perché vi ho vissuto una vita piena e gioiosa... almeno per un momento. Nessuno mi ha calpestata, nessuno mi ha trattata come un oggetto. Non sono rimasta sepolta con esseri inferiori, non sono stata esclusa da ogni barlume di comunione con ciò che è luminoso, vivo e alto. Ho potuto parlare da eguale e con piacere con una persona che rispetto... con una mente originale, vigorosa e aperta. Ho conosciuto voi, signor Rochester; e mi sento piena di terrore e di angoscia nel pensare che devo assolutamente allontanarmi da voi e per sempre. Vedo la necessità della mia partenza, ed è per me come vedere la necessità della morte".
"E dove vedete questa necessità? ", domandò lui improvvisamente.
"Dove? Voi stesso, signore, me l'avete messa dinanzi".
"In che modo?"
"Sotto forma della signorina Ingram; una donna bella e nobile... la vostra sposa! ".... [segue »]
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