Jane Eyre
Capitolo: XXIIIScegli la pagina:
...le braccia, stringendomi al petto e premendo le sue labbra sulle mie: "così, Jane!"
"Sì, così, signore", risposi, "e tuttavia non così; perché voi siete un uomo sposato... o come se foste sposato, e legato a una donna che vi è inferiore... per la quale non avete simpatia... che non credo amiate veramente; perché vi ho visto e udito deriderla. Io disprezzerei una simile unione: quindi sono migliore di voi... lasciatemi andare!"
"Dove, Jane? In Irlanda?"
"Sì, in Irlanda. Ho detto quel che pensavo e adesso posso andare dappertutto".
"Jane, calmatevi; non dibattetevi come un uccello selvaggio che si strappa le penne per la disperazione".
"Io non sono un uccello; e nessuna rete può invilupparmi; sono un essere libero con una volontà indipendente di cui mi valgo adesso per lasciarvi".
Un altro sforzo e riuscii quasi a liberarmi, rimasi in piedi dinanzi a lui.
"La vostra volontà deciderà del vostro destino", disse; "vi offro la mia mano, il mio cuore e una parte di tutto quello che possiedo".
"Recitate una commedia che mi fa soltanto ridere".
"Vi chiedo di trascorrere la vita al mio fianco... di essere il mio secondo me stesso e la migliore compagna su questa terra".
"Per tutto questo avete ... [segue »]
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