Jane Eyre
Capitolo: XXIIIScegli la pagina:
..."La mia sposa! Quale sposa? Io non ho spose!"
"Ma l'avrete".
"Sì... l'avrò... l'avrò!" Strinse i denti.
"Dunque devo andare... l'avete detto voi stesso".
"No: dovete rimanere! Lo giuro... e questo giuramento sarà mantenuto".
"Vi dico che devo andare!", ribattei, spinta ormai dalla passione. "Pensate che possa restare senza essere più nulla per voi? Credete che sia un automa?... una macchina senza sentimenti? Che possa sopportare di sentirmi strappare dalle labbra il mio boccone di pane e gettar via dal bicchiere la goccia d'acqua che mi dà vita? Credete che perché sono povera, oscura, semplice e piccola, non abbia un'anima e un cuore? Vi sbagliate!... Ho un'anima come voi... e un cuore come il vostro! E se Dio mi avesse concesso una qualche bellezza e molta ricchezza, vi avrei reso penoso il separarvi da me come lo è per me il separarmi da voi. Io non parlo adesso secondo gli usi e le convenzioni, e neppure come un essere fatto di carne... è la mia anima che si rivolge alla vostra anima: proprio come se entrambe fossero al di là della tomba e ci trovassimo ai piedi di Dio, eguali... come siamo!"
"Come siamo!", ripeté il signor Rochester... "così", aggiunse chiudendomi fra ... [segue »]
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