Jane Eyre
Capitolo: XXIIIScegli la pagina:
...già fatto la vostra scelta, e dovete mantenerla".
"Jane, restate un momento: siete sovreccitata: sarò calmo anch'io".
Un soffio di vento venne dal viale di allori e vibrò fra i rami dell'ippocastano; fuggì via... via... in una indefinita lontananza... e si spense. Il canto dell'usignolo era l'unica voce in quell'ora: nell'ascoltarlo piansi di nuovo. Il signor Rochester sedeva tranquillo, guardandomi serio e commosso. Passò qualche tempo prima che parlasse; poi disse:
"Venite al mio fianco, Jane, e cerchiamo di spiegarci e di capirci".
"Non verrò più al vostro fianco: mi sono distaccata e non posso tornare".
"Ma Jane, vi chiedo in moglie: solo voi intendevo sposare".
Rimasi in silenzio: credevo che si burlasse di me.
"Venite, Jane... venite qui".
"Vostra moglie sta fra noi".
Si alzò e con un passo mi raggiunse.
"Mia moglie è qui", disse tirandomi ancora a sé, "perché quella che è pari ed eguale a me è qui. Jane, volete sposarmi?"
Ancora una volta non risposi e ancora una volta mi divincolai dalla sua stretta: perché continuavo a non crederci.
"Dubitate di me, Jane?"
"Sì, dubito di voi".
"Non avete fiducia in me?"
"Neppure un briciolo".
"Sono dunque un bugiardo per voi?", domandò con passione. "Piccola scettica, dovrete convincervi. Che ... [segue »]
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