Scritto da: Pino Conte

La Bella e la Notte

Capitolo: 3 - Occhiate

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...a sorridere; sono occhi che parlano, chiaro e forte. Che si fanno largo, nell’acquario, e ti ci fanno riemergere, restituendoti alla condizione umana. Una condizione un po’ sbattuta, la mia, lo ammetto, ma sempre meglio un carattere spigoloso, squadrato come un muretto a secco, che l’inclinazione melliflua e viscida, da biscia rotolatasi nella margarina. Anche quella notte mi presi la canonica legnata in testa, ma sapevo di essere destinato a sopravviverle, in compagnia del sottile timore che, prima o poi, non ne fossi più capace. Ero svuotato, una lattina di birra consumata, mancava solo che qualcuno mi accartocciasse e mi gettasse nel cestino dei rifiuti. È come la boxe, a prenderle non ti ci abitui mai, ma sul ring ci sali sempre, non ti rassegni mai a non trovare quanto cerchi ed insisti, ci batti e ribatti, prendi legnate in testa e zitto e mosca, taci ed aspetti che passi. Al JC, quella notte, si celebrava solennemente la festa del Giovanilismo, si scatenarono linguaggi ed atteggiamenti da quarta Ginnasio, tiratine di pelle e stiratine di occhiaie da Canale 5, labbra siliconate e scollature al botulino da film, non si capiva se fossero cinquantenni al casting per una pellicola porno, o ... [segue »]

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