La Bella e la Notte
Capitolo: 5 - Casi della vitaScegli la pagina:
...-un residuato, un rottame-, bensì su un’altra, chissà quale. Un’automobile comunque parcheggiata lì nei pressi, dove ero stato schiaffeggiato prima, e prelevato poi, dai militari della Benemerita. Quella notte c’erano auto in sosta in tutte le strade nei dintorni del Jazz Club, affollato come ogni notte; non si trovava posto in nessuna via che conducesse lì, nel raggio di tre, quattro isolati. Ed a ridosso del Club originavano le doppie file, che si perdevano poi a vista d’occhio alle sue spalle. Con un traffico di quella portata -da ora di punta, benché fossimo di notte-, con le vibrazioni che produce -degne di essere rilevate dai sismografi più sordi-; e considerando la sensibilità al fruscio della seta, dei moderni impianti antifurto, montati sui “Suv” - carrettoni che non li paghi manco col mutuo-, non ci voleva un genio per capire che non c’entravo un tubo. Difatti, il comandante lo capì. L’antifurto era scattato, a ripetizione, due, tre volte, ciascuna delle due, tre volte che avevo aperto la portiera del mio macinino; era l’allarme di qualche automobile lì nei pressi, non della mia. Certamente stimolato dalle scosse che il traffico forsennato intorno al JC causava senza sosta, in quelle ore di buio ... [segue »]
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