La Bella e la Notte
Capitolo: 5 - Casi della vitaScegli la pagina:
...fluttuando sulla volta del Jazz Club, putto dietro per dietro alla dea. Perché io, la mia dea, l’avevo trovata ...
Intorno alle nove di quella serata stavo navigando al largo, nei mari alti e dai fondali profondi delle mie esplorazioni notturne; le quali hanno di buono che, trovandoti al buio, non vedi nulla. Quindi, sei libero di andare dappertutto, anche a schiantarti su una barriera di scogli a pelo d’acqua. Oppure ad affondare, nel sorriso col profumo sulle labbra di una sirena. Ad un certo punto, gli strumenti di bordo avevano captato il resoconto che qualsivoglia mente, raziocinante sia pure con difficoltà, avrebbe steso su un paio di foto che mi rigiravo tra le dita. In altre parole, con il consueto ritardo che mi contraddistingue, mi ero reso conto di avere fatto una fesseria. Capirai, che novità. M’ero sentito un verme; m’aveva assalito la tentazione di strozzarmi con una cima, di più: d’impiccarmi all’albero maestro, e mettere così meritata fine ai miei giorni. Non l’avevo fatto perché non si vedeva anima viva, ad occhio nudo e neppure col cannocchiale; da tutti i lati mi volgessi, l’unica presenza era la linea dell’orizzonte, giù in fondo. M’ero sentito un verme, ma non se ... [segue »]
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