Il commento 63 di Giulio, di soli 6 giorni fa, "fotografava" una media di 6,05 in 21 voti. Ora siamo a 5,68 in 28 voti. In 6 giorni sono dunque intervenuti ben 7 voti, e tutti senza commento alcuno.
E allora, facendo un po' di conti: 6,05 x 21= 127, mentre 5,68*28 = 159. Dunque i 7 voti anonimi sopraggiunti esprimono un totale di 32 voti, cioè una media di 4,57 a voto.
Devo dire che la cosa è incoraggiante: non mi era mai capitato, ultimamente, di osservare incrementi superiori a media 1, o al massimo 2. Ma soprattutto non mi era mai capitato di riscuotere tanti voti anonimi in soli 6 giorni. Si vede in tutta evidenza che è aumentata sensibilmente la schiera dei miei occulti estimatori, che saluto cordialmente, invitandoli ad iscriversi all'apposito club dei "poeti dei miei stivali", di prossima istituzione (con tanto di tessera omaggio e biglietto di ingresso gratuito al club, ubicato naturalmente su apposito e ridente trabiccolo a forma di cesso in orbita intorno al pianeta Marte).
(Oggetto ben più interessante, dal punto di vista astrofisico ed astrofisiologico, della ormai vetusta ed amorfa teiera di Russell).
11 anni e 8 mesi fa
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... E con lo studio del marziano antico, a che punto sei?
Guarda che è quella la lingua madre, risolutiva di ogni genere di problema comunicativo... : )))
11 anni e 8 mesi fa
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E' vero, Giulio, ciò che dici; ma se ipotizzi una ideale bilancia, su un piatto della quale poni la meditazione, sull'altro ciò che la meditazione produce in parole e scritti a beneficio dei terzi, il primo piatto risulterà sempre e di gran lunga il più pesante. Questo è nell'ordine naturale delle cose, alla stessa maniera in cui altro è trovarsi in un luogo o in una situazione, altro descrivere luoghi e situazioni, fosse anche con i mezzi più perfezionati.
Tuttavia, a compensazione, si verifica un fenomeno inatteso e spesso inavvertito: il meditare, oltre che produrre effetti su ciò che si può dire, produce lentamente effetti su ciò che si può fare e che si fa. In questi casi, il muto linguaggio delle azioni, e direi quasi dell'essere, incredibilmente riesce a comunicare infinitamente di più di tutte le possibili parole.
In ogni caso, il pensiero, e in particolare l'introspezione, rimane la più grande (e faticosa) avventura che ci sia dato di poter vivere.
11 anni e 8 mesi fa
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E allora, facendo un po' di conti: 6,05 x 21= 127, mentre 5,68*28 = 159. Dunque i 7 voti anonimi sopraggiunti esprimono un totale di 32 voti, cioè una media di 4,57 a voto.
Devo dire che la cosa è incoraggiante: non mi era mai capitato, ultimamente, di osservare incrementi superiori a media 1, o al massimo 2. Ma soprattutto non mi era mai capitato di riscuotere tanti voti anonimi in soli 6 giorni. Si vede in tutta evidenza che è aumentata sensibilmente la schiera dei miei occulti estimatori, che saluto cordialmente, invitandoli ad iscriversi all'apposito club dei "poeti dei miei stivali", di prossima istituzione (con tanto di tessera omaggio e biglietto di ingresso gratuito al club, ubicato naturalmente su apposito e ridente trabiccolo a forma di cesso in orbita intorno al pianeta Marte).
(Oggetto ben più interessante, dal punto di vista astrofisico ed astrofisiologico, della ormai vetusta ed amorfa teiera di Russell).
Guarda che è quella la lingua madre, risolutiva di ogni genere di problema comunicativo... : )))
Tuttavia, a compensazione, si verifica un fenomeno inatteso e spesso inavvertito: il meditare, oltre che produrre effetti su ciò che si può dire, produce lentamente effetti su ciò che si può fare e che si fa. In questi casi, il muto linguaggio delle azioni, e direi quasi dell'essere, incredibilmente riesce a comunicare infinitamente di più di tutte le possibili parole.
In ogni caso, il pensiero, e in particolare l'introspezione, rimane la più grande (e faticosa) avventura che ci sia dato di poter vivere.