Giuseppe Freda

Nella frase "Un sapiente e consapevole miscuglio di..." di Giuseppe Freda
E veniamo allora alla soluzione dell’indovinello.
     Le libellule sono tutte le cose che nel corso della nostra vita possono affascinarci. Ogni genere di idea, di interesse, di amore, di speranza: la politica, le religioni, i santi, le arti, i filosofi,  le donne, i cavalieri senza macchia e senza paura, i poeti, le armi, gli amori, le carriere, i successi, il denaro, insomma tutto ciò che sia in grado di risvegliare fascinosamente le nostre fantasie e di farci salire in volo come palloni aerostatici sospinti dal vento impetuoso  dell’entusiasmo. Compreso il ritenerci ormai maturi, dotti e sapienti.
     Gli ippopotami, ahimé, siamo noi, allorché ci leviamo in volo a volteggiare dietro le nostre chimere. Ippopotami, perché, malgrado non riusciamo a rendercene conto, siamo in realtà goffi, sgraziati, e comunque inadeguati alle inebrianti finalità che ci proponiamo. Ciò però non è visibile agli occhi nostri, ma lo è, come la luce del mezzogiorno, agli occhi di chi sia in possesso dell’antidoto: il miracoloso e sapiente miscuglio.
     Questo miscuglio è l’umorismo. Dissacrante miscela di disincanto e contenuta volgarità, esso è l’unico antidoto in grado di evitare agli inebriati ippopotami, o quanto meno ai loro simili che ammirati li osservano librarsi tra le nuvole, voli pindarici destinati a concludersi con rovinose e dolorosissime ricadute al suolo, o anche più in basso.  : (
     Infatti l’umorismo, se solo altrui, non sarà sufficiente a salvare l’ippopotamo già levatosi in volo: per salvarsi, il povero bestione dovrà non solo assumere l’antidoto, ma prepararlo da sé, nella consapevolezza della sua portentosa virtù.
     Come dire: mai prendersi troppo sul serio, e saper ridere di se stessi.
11 anni e 8 mesi fa
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Nella frase "Oggi ho potuto scoprire come un'avvenimento..." di Chiara Libero
Solo due concetti:
1) Perfetto il commento n.5 di Yang. Giudicare sempre le azioni, mai le persone.
2) L'emergere contestuale di aspetti molto positivi e molto negativi della personalità è con ogni probabilità da ricondursi alla circostanza che, in condizioni di particolare sollecitazione emotiva, emerge la verità sulle maschere del self control e della "buona creanza". Maschere di cui è bene sforzarsi in ogni modo di liberarsi, nella ricerca di un'AUTENTICA dimensione di sé che comporti insieme animo sereno e radicati princìpi di tolleranza, affabilità, rispetto ed educazione. Se vi si riesce, non vi sono più maschere che possano improvvisamente cadere.
     A proposito delle maschere di buona creanza, il mio destino è, in taluni casi, di provocarne senza intenzione la repentina caduta. E i fatti sono questi.
    Sono solito, per mia stessa natura, camminare per strada assorto nei miei pensieri, senza badare a dove metto i piedi. Il problema sorge sempre e solo nei luoghi affollati, e in estate, epoca in cui le signore sono solite vestire scarpe che lasciano libere e nude le dita. Ebbene, per quanto io possa ricordare, in ogni estate è malauguratamente capitato che UNA (solo una: non di più) di queste signore sia rimasta, per mia colpa, vittima di un involontario "pestone", particolarmente doloroso se sul dito mignolo.
    Orbene, nel tempo, ho dovuto accertare che la cosa, pur nella sua indiscutibile connotazione di violenza fisica sulle donne (eccone un altro tipo! ) rappresenta una vera e propria prova del 9 della signorilità della vittima. Le vere signore (coloro cioè che non mutano essenza di fronte all'improvvisa sollecitazione emotiva), alle mie scuse si limitano a reagire con un sibilo dolente (ma talora addirittura anche sorridente), o con un "prego" a gamba appena sollevata e lacrime agli occhi; le altre, talora agghindate come fate e quindi irriconoscibili come lavandaie, rispondono viceversa, sempre alla medesima sollecitazione emotiva, con improperi ed epiteti da carrettiere.
     Epiteti cui naturalmente non replico, ritenendoli in definitiva ben meritati.
11 anni e 8 mesi fa
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Nella frase "Mi bruci per quel che predico è una fine che..." di Galileo Galilei
Se Galileo avesse detto queste parole a Bellarmino (a proposito: lo sapete che è stato fatto santo?), sarebbe finito sul rogo la sera stessa.  :))
11 anni e 10 mesi fa
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