Giulio, hai postato per due volte lo stesso commento. Non so se tu lo abbia fatto a bella posta, ma una cosa è certa: hai messo il coltello nella piaga con due affermazioni :
1) la necessità, per negare Dio, di porsi domande, mentre la maggior parte della gente preferisce non porsele;
2) la fatica che costerebbe convincersi della scoperta che Dio non esiste, a chi non ne sia già convinto.
Quanto al punto 1, esso, per quanto possa risultare incredibile, è comune non solo a coloro che si professano atei, ma anche ai più di coloro che si professano credenti. La tragedia della fede cattolica odierna è data appunto da questo: da una preponderanza della "sequela", della "tradizione" e dell'apparato emotivo-sacramentale-coreografico (di cui domani avremo modo di vedere un fortissimo esempio) sulle fonti primarie della fede, che sono le scritture (soprattutto il Nuovo testamento) e l'agiografia dei santi. Tutto ciò accade proprio perché queste ultime fonti richiedono una ricerca interiore che è in tutta evidenza esclusa nei puri e semplici moti emotivi o di mero conformismo.
Sia dunque chiaro che la rarità del rimuginare sulla questione è propria sia dei non credenti, sia (e soprattutto) dei cosiddetti credenti: circostanza, quest'ultima, testimoniata in tutta evidenza da recenti episodi in cui abbiamo visto persone di chiesa (e dedite per giunta al confezionamento di canti ecclesiali e di zuccherosi aforismi di sapore religioso) testimoniare ampiamente la propria intolleranza nei confronti sia delle persone di opinione diversa, sia addirittura delle persone di diversa provenienza etnica e geografica.
Circa il punto 2, che richiama un argomento di cui già per il passato abbiamo ampiamente discusso, cioè la “convenienza” della fede come strumento risolutivo degli ancestrali timori dell’uomo, e quindi come medicina alla sua ignoranza ed ai suoi timori, io ritengo che anche se si scoprisse che Dio esiste sarebbe molto difficile convincersene per chi non ne sia già convinto. Anche il negazionismo ateo, infatti, è una scelta razionalmente immotivata al pari di ogni affermazione fideistica; e anche esso negazionismo serve, se osservi bene, a conquistare una soluzione del problema, e spesso (in assenza della ricerca di cui parli al punto 1) ad accantonarlo.
Per questi motivi, ho sempre ritenuto e continuo a ritenere, checché ne pensasse il tuo guru Bertrand : ) , peraltro a me molto caro, che l’unico atteggiamento razionale in proposito sia quello agnostico. Si tratta di un abito, tuttavia, che è molto difficile da… indossare e da mantenere, perché lascia l’uomo alle prese con un problema che è razionalmente insolubile.
La mia via al riguardo è sempre stata un’altra:
1) RIDUZIONE della fede al minimo comune denominatore degli aspetti comportamentali: se ci guardi bene (ed ecco l’importanza dello studio in proposito), tutta la dottrina di Gesù Cristo si limita a questo aspetto. Anche la fede in lui si limita a quel “siate come me, che sono mite ed umile di cuore”;
2) SPOSTAMENTO DELLA RICERCA dall’esistenza di Dio alla sopravvivenza dopo la m0rte fisica: se infatti si accertasse quest’ultima, tutto risulterebbe estremamente più facile, giacché il sussistere di una dimensione di vita esclusivamente spirituale condurrebbe quasi automaticamente all’ammissione dell’esistenza di uno Spirito Superiore.
In questa ottica, per chi fosse interessato e intenzionato a cercare, cioè a porsi domande, consiglio un libro molto interessante che ho trovato in internet, che fotografa in maniera molto chiara e con grande competenza lo stato attuale della questione, che tende ormai più all’affermativa che alla negazione:
www.vitadopovita.it/LA%20SCIENZA%20CHE%20HA%20DIMOSTRATO%20L'ALDILA'%20di%20Francesca%20Scarrica.pdf
Ciò che vi si legge è oltre tutto suscettibile di ulteriori approfondimenti, che possono condurre a visioni molto interessanti e chiarificatrici.
Mi scuso per l’inusitata lunghezza del commento, più volte da molti criticata, ma credo di essere stato, questa volta, utile a chi sia interessato ad affrontare il problema. E, se non fosse interessato oggi, consiglio di conservare memoria di queste righe, perché potrebbe esservi interessato poi. : )
Un caro saluto a tutti voi.
11 anni e 8 mesi fa
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Eh, sì: le traduzioni a senso spesso sono necessarie, affinché chi legge non si lusinghi troppo dei complimenti ricevuti... : )
Sono però contento di averti donato una sana risata... piangente. Di questi tempi, ridere è così raro! Secondo me, i comici sono veri e propri benefattori dell'umanità. Salvo, naturalmente, che giungano, grullescamente, a prendersi troppo sul serio.
PS: non c'è un voluto errore di distrazione; spergiuro che ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti è - credimi, se ci riesci - puramente ed assolutamente casuale. : ))
11 anni e 8 mesi fa
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Che dire... solo ringraziare per la "cura ricostituente" fornita un po' da tutti alla semplice e mite (si fa per dire) poesiola, riconoscere con Giulio che il virtuosismo percussionistico potrebbe fare miracoli in certe situazioni (in cui occorrano cure di schiaffoni), raccogliere e ricambiare l'abbraccio di Paolino, ringraziare la nota sensibilità di Dario, e... rispondere a Flavia con le poetiche e splendide parole di Margherita1: quando "la musica insieme alle parole solletica l'anima e ti fa volare là dove non occorrono ali", ebbene sono queste le occasioni in cui i discorsi fumogeni farciti di fronzoli rischiano di incappare nelle mielose e perniciose mandragore di cui parlavo. : ))
11 anni e 8 mesi fa
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Esiste una cosa ancora più bru*tta (ma per fortuna rara): sorprendere un "vecchio amico" in tenero dialogo con tua moglie. Forse anche per questo può essere bene evitare che per casa girino troppi "amici", vecchi o nuovi che siano.
11 anni e 8 mesi fa
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Perciò è sempre meglio dire "ti amo" in lingua marziana.
Finalmente anche i terrestri iniziano ad impadronirsi delle profonde verità racchiuse nelle antiche scritture sapienziali marziane.
www.pensieriparole.it/poesie/poesie-criptiche/poesia-143564?f=u:16397
No, nessuno, neanche un padre o una madre. Chi ti ama potrà esserti vicino, felicitarti o confortarti, ma la gioia ed il dolore sono patrimonio nostro esclusivo. E non a caso parlo di patrimonio.
Una delle caratteristiche di questo sito è che frequentemente si accendono discorsi sull'amore, platonico o boccaccesco che sia.
Hai voglia a parlare di politica, di filosofia, di scienze, di letteratura, di ogni branca dello scibile conosciuto, sconosciuto e inconoscibile: dovunque ti volga, con inaudita frequenza ti ritrovi dinanzi la tematica dell'amore VERO, tra putti svolazzanti e frecce (talora anche avvelenate) che sibilano da ogni parte.
Credo che prima o poi aprirò un cenacolo di addestramento avente per tema l'errore d'amore, cioè l'amore FALLACE. Che è la cosa più inattesa, probabile e rovinosa che possa accadere ad essere umano, e segnatamente a chi si intestardisca nella ricerca di questo genere di pietra filosofale.
Eppure, Vincenzo, è facile capire come è una persona dentro: basta leggere i suoi occhi. Gli occhi sono lo specchio dell'anima: a prescindere dai valori, testimoniano ciò che si è.
Detto in tutta sincerità, io quando guardo una persona la prima cosa di cui mi accorgo è ciò che ha nell'animo. Le altre cose non le vedo: potrebbe anche avere una coda posticcia o un corno in fronte, non ci farei caso. : )
Mi basta anche una foto; o anche sentirla parlare, o addirittura solo leggere ciò che scrive. E la prima impressione è quella che conta: non fallisce mai. Ma - ammetto il mio peccato - solo molto raramente la comunico per intero all'interessato.
- Perché -, mi chiederai.
Perché siamo mostri, Vincenzo. Lo siamo tutti, nessuno escluso. E non è educato dire a chiunque: - scusi, sa, ma lei è un mostro... : ))
1) la necessità, per negare Dio, di porsi domande, mentre la maggior parte della gente preferisce non porsele;
2) la fatica che costerebbe convincersi della scoperta che Dio non esiste, a chi non ne sia già convinto.
Quanto al punto 1, esso, per quanto possa risultare incredibile, è comune non solo a coloro che si professano atei, ma anche ai più di coloro che si professano credenti. La tragedia della fede cattolica odierna è data appunto da questo: da una preponderanza della "sequela", della "tradizione" e dell'apparato emotivo-sacramentale-coreografico (di cui domani avremo modo di vedere un fortissimo esempio) sulle fonti primarie della fede, che sono le scritture (soprattutto il Nuovo testamento) e l'agiografia dei santi. Tutto ciò accade proprio perché queste ultime fonti richiedono una ricerca interiore che è in tutta evidenza esclusa nei puri e semplici moti emotivi o di mero conformismo.
Sia dunque chiaro che la rarità del rimuginare sulla questione è propria sia dei non credenti, sia (e soprattutto) dei cosiddetti credenti: circostanza, quest'ultima, testimoniata in tutta evidenza da recenti episodi in cui abbiamo visto persone di chiesa (e dedite per giunta al confezionamento di canti ecclesiali e di zuccherosi aforismi di sapore religioso) testimoniare ampiamente la propria intolleranza nei confronti sia delle persone di opinione diversa, sia addirittura delle persone di diversa provenienza etnica e geografica.
Circa il punto 2, che richiama un argomento di cui già per il passato abbiamo ampiamente discusso, cioè la “convenienza” della fede come strumento risolutivo degli ancestrali timori dell’uomo, e quindi come medicina alla sua ignoranza ed ai suoi timori, io ritengo che anche se si scoprisse che Dio esiste sarebbe molto difficile convincersene per chi non ne sia già convinto. Anche il negazionismo ateo, infatti, è una scelta razionalmente immotivata al pari di ogni affermazione fideistica; e anche esso negazionismo serve, se osservi bene, a conquistare una soluzione del problema, e spesso (in assenza della ricerca di cui parli al punto 1) ad accantonarlo.
Per questi motivi, ho sempre ritenuto e continuo a ritenere, checché ne pensasse il tuo guru Bertrand : ) , peraltro a me molto caro, che l’unico atteggiamento razionale in proposito sia quello agnostico. Si tratta di un abito, tuttavia, che è molto difficile da… indossare e da mantenere, perché lascia l’uomo alle prese con un problema che è razionalmente insolubile.
La mia via al riguardo è sempre stata un’altra:
1) RIDUZIONE della fede al minimo comune denominatore degli aspetti comportamentali: se ci guardi bene (ed ecco l’importanza dello studio in proposito), tutta la dottrina di Gesù Cristo si limita a questo aspetto. Anche la fede in lui si limita a quel “siate come me, che sono mite ed umile di cuore”;
2) SPOSTAMENTO DELLA RICERCA dall’esistenza di Dio alla sopravvivenza dopo la m0rte fisica: se infatti si accertasse quest’ultima, tutto risulterebbe estremamente più facile, giacché il sussistere di una dimensione di vita esclusivamente spirituale condurrebbe quasi automaticamente all’ammissione dell’esistenza di uno Spirito Superiore.
In questa ottica, per chi fosse interessato e intenzionato a cercare, cioè a porsi domande, consiglio un libro molto interessante che ho trovato in internet, che fotografa in maniera molto chiara e con grande competenza lo stato attuale della questione, che tende ormai più all’affermativa che alla negazione:
www.vitadopovita.it/LA%20SCIENZA%20CHE%20HA%20DIMOSTRATO%20L'ALDILA'%20di%20Francesca%20Scarrica.pdf
Ciò che vi si legge è oltre tutto suscettibile di ulteriori approfondimenti, che possono condurre a visioni molto interessanti e chiarificatrici.
Mi scuso per l’inusitata lunghezza del commento, più volte da molti criticata, ma credo di essere stato, questa volta, utile a chi sia interessato ad affrontare il problema. E, se non fosse interessato oggi, consiglio di conservare memoria di queste righe, perché potrebbe esservi interessato poi. : )
Un caro saluto a tutti voi.
Sono però contento di averti donato una sana risata... piangente. Di questi tempi, ridere è così raro! Secondo me, i comici sono veri e propri benefattori dell'umanità. Salvo, naturalmente, che giungano, grullescamente, a prendersi troppo sul serio.
PS: non c'è un voluto errore di distrazione; spergiuro che ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti è - credimi, se ci riesci - puramente ed assolutamente casuale. : ))
Finalmente anche i terrestri iniziano ad impadronirsi delle profonde verità racchiuse nelle antiche scritture sapienziali marziane.
www.pensieriparole.it/poesie/poesie-criptiche/poesia-143564?f=u:16397
Hai voglia a parlare di politica, di filosofia, di scienze, di letteratura, di ogni branca dello scibile conosciuto, sconosciuto e inconoscibile: dovunque ti volga, con inaudita frequenza ti ritrovi dinanzi la tematica dell'amore VERO, tra putti svolazzanti e frecce (talora anche avvelenate) che sibilano da ogni parte.
Credo che prima o poi aprirò un cenacolo di addestramento avente per tema l'errore d'amore, cioè l'amore FALLACE. Che è la cosa più inattesa, probabile e rovinosa che possa accadere ad essere umano, e segnatamente a chi si intestardisca nella ricerca di questo genere di pietra filosofale.
Detto in tutta sincerità, io quando guardo una persona la prima cosa di cui mi accorgo è ciò che ha nell'animo. Le altre cose non le vedo: potrebbe anche avere una coda posticcia o un corno in fronte, non ci farei caso. : )
Mi basta anche una foto; o anche sentirla parlare, o addirittura solo leggere ciò che scrive. E la prima impressione è quella che conta: non fallisce mai. Ma - ammetto il mio peccato - solo molto raramente la comunico per intero all'interessato.
- Perché -, mi chiederai.
Perché siamo mostri, Vincenzo. Lo siamo tutti, nessuno escluso. E non è educato dire a chiunque: - scusi, sa, ma lei è un mostro... : ))