Mio caro Giulio, un antico proverbio popolare ammonisce che "il guaio, è di chi lo passa".
Esiste una psicologia di massa (uno dei primi ad evidenziarlo è il Manzoni, nel famoso episodio di Ferrer); psicologia che sempre di più, nei tempi moderni, viene studiata da venditori e politici al fine di orientarla verso alcune cose o contro altre. Credo tu sappia che ormai ciò costituisce una vera e propria scienza, ed è uno dei principali motivi di malessere della nostra società.
Ma la società, come soggetto, non esiste. Per capirlo, basta riflettere sula circostanza che gli "umori" di una certa società non possono essere rilevati se non a livello statistico, in base a valutazioni percentuali CHE RIGUARDANO I SINGOLI INDIVIDUI. Credo che ciò possa valere di per sé a dimostrare che amore ed odio sono sentimenti individuali.
Per questo motivo, non si può non dar ragione al detto popolare, e non ritenere che il "guaio", cioè il dolore atroce per il massacro di quei bambini sia (purtroppo) solo dei genitori e, in minor misura, di coloro che li conoscevano e li avevano cari. La "società" potrà certo subìre dei contraccolpi psicologici dall'accaduto; ma sempre a livello individuale. Se cioè si farà un'indagine statistica, ne verrà fuori una divisione del campione intervistato in percentuali, con maggiori o minori gradazioni di interesse e di "indignazione" per la vicenda; ma il dolore dei genitori non sarà neanche paragonabile al pur motivato dolore "sociale".
L'intento dell'azione dei Mig, al riguardo, è altra cosa: che abbiano mirato a un contraccolpo sociale, è credibile; ma ciò non esclude che hanno causato il massimo danno ai ragazzi, togliendo loro la vita; poi ai genitori, per il dolore loro apportato; infine alla società. CIASCUNO di questi soggetti, genitori e SINGOLI INDIVIDUI facenti parte della società, ha la possibilità di trasformare il proprio dolore in odio o in pietà per gli omicidi. Ma questa partita si gioca e si giocherà sempre a livello individuale, e non sociale.
Se ben guardi, è proprio questo il problema della comunità umana: l'incapacità di formare CORPO UNICO, come le api o le formiche. Siamo individui ed individualisti. Questo per un verso è un gran bene, perché comporta l'esistenza di individualità le più svariate, e dotate dei pregi e dei difetti più svariati; per l'altro è un gran male, perché non ci unisce, ma ci divide. In questa situazione, e per di più col progresso tecnologico (e tecnocratico) che rende sempre più potenti i potenti, e le sperequazioni che rendono i poveri sempre più poveri e sottomessi, il genere umano non avrebbe alcuna possibilità di sopravvivenza in assenza di un mutamento epocale dei rapporti DI FORZA.
11 anni e 12 mesi fa
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Chiedo scusa: dai post precedenti (in cui parlavate, tra l'altro, di "tempeste ormonali") mi rendo conto che si discuteva dell' "amor profano" ... :))
Al riguardo, io credo che il nostro linguaggio (proprio perché siamo INCAPACI di amare sul serio) sia estremamente primitivo: usiamo infatti lo stesso termine per l'amore della natura, l'amor materno, l'amore del prossimo, l'amore delle scienze, delle arti, l'amore dei sensi... che sono cose estremamente diverse...
Logico che per quest'ultimo ci vogliano molte dosi di ragione per capire che si tratta semplicemente di reazioni chimiche di tipo animalesco, da trattarsi con tutte le pinze possibili.
L'amore è però, in ogni caso, un sentimento; e non si può amare CON la ragione (che serve ad indirizzare le nostre AZIONI, non a generare sentimenti). La ragione non è fatta PER AMARE; essa viceversa è sempre utile per far sì che il nostro amore (qualsiasi genere di amore) sia indirizzato e gestito correttamente.
11 anni e 12 mesi fa
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Devo darti ragione, Vincenzo.
Nel mio ultimo Moleskine, solo poco tempo fa, scrivevo (a proposito di un mio problema):
" la vittoria dei russi sull'imbattibile esercito di Napoleone ci insegna che nessun nemico è imbattibile se, anziché affrontarlo in battaglia campale, lo si combatte con mille piccole, rapide scaramucce, fuggendo dopo ciascuna di esse. In proposito, è fondamentale considerare che, dopo una sia pur piccola battaglia vinta contro nemici di questo tipo, LA FUGA NON E' IGNOMINIOSA, ma è L'UNICA COSA INTELLIGENTE DA FARSI. "
Siccome, a quanto mi sembra, anche tu parli di nemici imbattibili, non posso che SERIAMENTE darti ragione. Chi disse "pizzeca, e ffuje" aveva dunque ragione. Ma del senno del poi sono, ahimè, piene le fosse.
Saluti anche a Marooned. Fa piacere saperlo ancora vivo, vegeto ed in buona forma. :))
12 anni fa
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Era la parola ig*nor*ante: lo stucchevole censore automatico presume che tu stia affibbiando a me l'epiteto, e ti cassa. Viceversa, il termine "ignoranza" non viene cassato: ragion per cui io posso ben dire a qualcuno: "tu sei affetto da potente ignoranza", senza che il censore automatico si allerti.
12 anni fa
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Esiste una psicologia di massa (uno dei primi ad evidenziarlo è il Manzoni, nel famoso episodio di Ferrer); psicologia che sempre di più, nei tempi moderni, viene studiata da venditori e politici al fine di orientarla verso alcune cose o contro altre. Credo tu sappia che ormai ciò costituisce una vera e propria scienza, ed è uno dei principali motivi di malessere della nostra società.
Ma la società, come soggetto, non esiste. Per capirlo, basta riflettere sula circostanza che gli "umori" di una certa società non possono essere rilevati se non a livello statistico, in base a valutazioni percentuali CHE RIGUARDANO I SINGOLI INDIVIDUI. Credo che ciò possa valere di per sé a dimostrare che amore ed odio sono sentimenti individuali.
Per questo motivo, non si può non dar ragione al detto popolare, e non ritenere che il "guaio", cioè il dolore atroce per il massacro di quei bambini sia (purtroppo) solo dei genitori e, in minor misura, di coloro che li conoscevano e li avevano cari. La "società" potrà certo subìre dei contraccolpi psicologici dall'accaduto; ma sempre a livello individuale. Se cioè si farà un'indagine statistica, ne verrà fuori una divisione del campione intervistato in percentuali, con maggiori o minori gradazioni di interesse e di "indignazione" per la vicenda; ma il dolore dei genitori non sarà neanche paragonabile al pur motivato dolore "sociale".
L'intento dell'azione dei Mig, al riguardo, è altra cosa: che abbiano mirato a un contraccolpo sociale, è credibile; ma ciò non esclude che hanno causato il massimo danno ai ragazzi, togliendo loro la vita; poi ai genitori, per il dolore loro apportato; infine alla società. CIASCUNO di questi soggetti, genitori e SINGOLI INDIVIDUI facenti parte della società, ha la possibilità di trasformare il proprio dolore in odio o in pietà per gli omicidi. Ma questa partita si gioca e si giocherà sempre a livello individuale, e non sociale.
Se ben guardi, è proprio questo il problema della comunità umana: l'incapacità di formare CORPO UNICO, come le api o le formiche. Siamo individui ed individualisti. Questo per un verso è un gran bene, perché comporta l'esistenza di individualità le più svariate, e dotate dei pregi e dei difetti più svariati; per l'altro è un gran male, perché non ci unisce, ma ci divide. In questa situazione, e per di più col progresso tecnologico (e tecnocratico) che rende sempre più potenti i potenti, e le sperequazioni che rendono i poveri sempre più poveri e sottomessi, il genere umano non avrebbe alcuna possibilità di sopravvivenza in assenza di un mutamento epocale dei rapporti DI FORZA.
Al riguardo, io credo che il nostro linguaggio (proprio perché siamo INCAPACI di amare sul serio) sia estremamente primitivo: usiamo infatti lo stesso termine per l'amore della natura, l'amor materno, l'amore del prossimo, l'amore delle scienze, delle arti, l'amore dei sensi... che sono cose estremamente diverse...
Logico che per quest'ultimo ci vogliano molte dosi di ragione per capire che si tratta semplicemente di reazioni chimiche di tipo animalesco, da trattarsi con tutte le pinze possibili.
L'amore è però, in ogni caso, un sentimento; e non si può amare CON la ragione (che serve ad indirizzare le nostre AZIONI, non a generare sentimenti). La ragione non è fatta PER AMARE; essa viceversa è sempre utile per far sì che il nostro amore (qualsiasi genere di amore) sia indirizzato e gestito correttamente.
Nel mio ultimo Moleskine, solo poco tempo fa, scrivevo (a proposito di un mio problema):
" la vittoria dei russi sull'imbattibile esercito di Napoleone ci insegna che nessun nemico è imbattibile se, anziché affrontarlo in battaglia campale, lo si combatte con mille piccole, rapide scaramucce, fuggendo dopo ciascuna di esse. In proposito, è fondamentale considerare che, dopo una sia pur piccola battaglia vinta contro nemici di questo tipo, LA FUGA NON E' IGNOMINIOSA, ma è L'UNICA COSA INTELLIGENTE DA FARSI. "
Siccome, a quanto mi sembra, anche tu parli di nemici imbattibili, non posso che SERIAMENTE darti ragione. Chi disse "pizzeca, e ffuje" aveva dunque ragione. Ma del senno del poi sono, ahimè, piene le fosse.
Saluti anche a Marooned. Fa piacere saperlo ancora vivo, vegeto ed in buona forma. :))