Giuseppe Freda

Nella frase "La superbia non ha ragione d'essere; discende..." di Nello Maruca
Vorrei però fare una precisazione importante circa la consapevolezza dell'ignoranza: una precisazione che evidenzia l'estrema modernità del pensiero di Socrate.
    La consapevolezza dell'ignoranza di cui egli parla, riferita al giorno d'oggi, in cui la scienza e la tecnologia conseguono sempre nuove conoscenze e raggiungono sempre nuovi obiettivi, parrebbe cosa superata, o che per lo meno si possa superare con lo studio, la cultura e quant'altro. E invece no: l'ignoranza rimane, e rimane per tutti, colti ed incolti, perché i limiti della scienza si spostano sempre, all'infinito; ma soprattutto perché la scienza, che è scienza della natura, non può rispondere alle domande fondamentali circa la nostra esistenza e quella dell'Universo, domande che riguardano i fini e non i meccanismi naturali.
    Così stando le cose, l'insegnamento socratico, che sposta l'accento dalla natura all'uomo, identificando il vero sapere con la virtù, conseguibile da chiunque, colto o incolto che sia, è ciò di cui il mondo di oggi ha enorme bisogno per riuscire a crescere non solo scientificamente e tecnologicamente, ma anche e soprattutto interiormente, che è ciò che più conta.
     Per inciso, l' obiezione aristotelica a questo concetto socratico (scienza=ragione=virtù), obiezione fondata sull'osservazione che la virtù, se ha bisogno della ragione, non può identificarsi con essa, reca in sé tutta la macchinosità della logica aristotelica, che finalmente, dopo la fisica e la metafisica, è in avanzata fase di smantellamento come vacuo esercizio formale appartenente ad un passato che, sia pur glorioso, rimane e rimarrà per sempre (per nostra fortuna) passato. Giacché ciò che conta del pensiero socratico al riguardo non è punto la formale identificazione di ragione e virtù, quanto la circostanza che l'ago della bussola, anziché puntare verso l'evanescente pseudo-sapienza che non vale alcunché, punta, e con estrema precisione, verso ciò che interessa e che vale: l'uomo ed i principi informatori del suo esistere e del suo agire.
12 anni fa
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Nella frase "Il Senatore Esteban Juan Caselli, eletto nella..." di Marco Giannetti
Che il Presidente di una grande nazione come l'Argentina si permetta di usare espressioni di questo genere non può essere casuale. Quando i capi parlano, esprimono sempre gli umori del retroterra che li sostiene.
     Spiace che l'unico a reagire, a quanto pare, sia stato il senatore espresso dal voto degli italiani in Argentina (evidentemente feriti in prima persona).  Ma anche questo appare normale, se si pensa che il popolo italiano ormai, tra finti "rappresentanti" scelti dalle squallide caste dei partiti e finti "rappresentanti" scelti dalle squallide lobbies finanziarie internazionali, non ha più chi esprima o almeno tenti di esprimere la sua voce.
12 anni fa
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Nella frase "L'ozio è la chiave della verità." di Marco Oliverio
Volendo dunque "salare" questo discorso, io vorrei dire che una qualsiasi materia o disciplina non può essere giudicata da come la studiano, la conoscono e la praticano gli allievi, ma da come essa è e da come la enunciano e la praticano i maestri. E dunque, se vogliamo fare opera di verità e di giustizia, per giudicare il cristianesimo dobbiamo far riferimento a Cristo ed ai santi di cui è piena la storia, e non ai "cristiani" solo di nome.
12 anni fa
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