Giuseppe Freda

Nella frase "Ognuno ha il proprio senso del giusto ma il..." di Silvana Stremiz
E invece sì.
Nella mia qualità di facente funzioni dell'autore della frase (non per incarico ricevuto, ma volontariamente, a titolo di gratuita negotiorum gestio), tengo a dire che la frase a ben vedere dice che il Nord esiste ma non dice dove esso si trovi né come si faccia a trovarlo, il che può in effetti lasciare delusi, anzi addirittura inquieti quei pochi "giusti" che davvero si preoccupano, anziché di tirare l'acqua al proprio mulino, di capire cosa il giusto sia; e dunque istigarli ad atteggiamenti potenzialmente violenti, assolutamente da evitare: nel che è il motivo di urgenza e indifferibilità della negotiorum gestio di cui sopra.
     Ebbene, in effetti il giusto, oltre ad essere variabile SOGGETTIVAMENTE, è anche variabile OGGETTIVAMENTE: rapinare è reato, ma non era forse giusto, quanto alla leggenda di Robin Hood, rapinare gli sgherri per restituire ai poveri il maltolto (chi ha orecchie da intendere, intenda quanto all'IMU... :)? E solo i farisei (e ce ne sono sempre tanti) potevano pensare che un paralitico non fosse da guarire in giorno di Sabato, perché al Sabato gli ebrei, come statuito da Jahvè per bocca di Mosé, non possono lavorare.
     Non esiste in verità giustizia alcuna senza amore del prossimo; viceversa, l'amore del prossimo è l'UNICO parametro di ciò che è giusto e di ciò che è ingiusto; ma si tratta di un parametro da applicare CASO PER CASO, e dunque con diversi significati volta per volta. Nella mia qualità di gestore della frase altrui (per silenzio-assenso dell'interessata), dichiaro dunque che ERA SICURAMENTE QUESTO L'UNICO SENSO POSSIBILE della frase stessa, e che, naturalmente, non ci voleva molto a capirlo. Lungi dunque dall'esprimere una gratuita salomonata, la frase in questione tocca, sia pur in un sintetico linguaggio ad effetto di pretto stampo aforistico, i vertici dell'umana e divina sapienza.
     Non si comprende tuttavia l'intento della virgolettatura finale, che parrebbe quasi rivestire le parole "solo significato" di un senso criptato e sui generis, quasi per soli iniziati o addirittura minaccioso; ma evito di azzardare ipotesi, poiché da un gestore dei negozi altrui non si può poi pretendere l'impossibile. : (
11 anni e 11 mesi fa
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Nella frase "Ecco, vedi, io mi sono innamorato due volte..." di Hermann Hesse
Mah...Avevo tentato di difendere Hesse dalla furia ridanciana del Cataldo, ma mi ritrovo senza armi...
11 anni e 11 mesi fa
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Nella frase "È quando arrivi alla fine che capisci che..." di Anonimo
Per Yang TZU: la tua domanda mi sembra pleonastica, giacché la risposta è ovvia: naturalmente, alla fine di tutto ciò che non ha né principio né fine, né capo né coda, cioè alla fine del telescopio nella parte opposta a quella dell'oc*ul*are, insomma là dove si trova l'obiettivo (almeno nei cannocchiali rifrattori).  I riflettori, invece, sono puntati ora più che mai sulla biblioteca di Babele (Borges), che a quanto pare incomincia ad essere pubblicata.
   Comunque, obiettivo a parte, vero è che, specie in questi ultimi tempi, tutto viene a penetrarci e porsi costantemente dentro di noi, anche se per via a dire il vero inquietante, e molto poco felice.
11 anni e 11 mesi fa
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