Giuseppe Freda

Nella frase "Dobbiamo avere fede che la ragione produca la..." di Abraham Lincoln
L'obiettivo del perfezionamento spirituale, alla stessa maniera di qualsiasi obiettivo di ordine interiore (ivi incluso quello culturale) è sempre stato e sempre sarà INDIVIDUALE, non collettivo. Basta volgersi intorno, esaminando anche il passato, per rendersi conto del fenomeno per cui, in ciascun campo delle attività umane, pochi eccellono, perché "portati" per un determinato settore. Ciò avviene nello sport, nelle scienze, nell'arte, in ogni attività umana, ivi compresa anche ciò che chiamiamo evoluzione spirituale.
     In ciascuno di questi settori, però, i pochi tra noi che eccellono fungono da traino per gli altri: mostrano la via di ciò che è possibile, giacché ciò che è stato possibile ad uno, può essere possibile a molti, se non a tutti.
     Non bisogna tuttavia dimenticare che la vita umana è breve. Se, anziché avere una durata dell'ordine di 100 anni, avesse una durata di 500 anni, oggi sarebbero tra noi, per dirne una, sia Galilei che Newton che Einstein; allo stesso modo in cui potremmo mettere nella stessa squadra di calcio tutti i migliori degli ultimi 100 anni.
      Il rapido avvicendarsi delle generazioni, tuttavia, se è stato di gran freno al progredire delle idee e al consolidarsi delle abilità tecniche, è stato anche un gran bene quanto all'evoluzione della specie, giacché più sono le generazioni, più aumenta la possibilità che nella specie stessa si verifichino mutazioni organiche tali da migliorarne le prestazioni. A ciò lo sviluppo tecnologico è di immenso ausilio, per le continue sfide che pone alle capacità di adattamento a mutamenti sempre più rapidi. La generazione successiva alla mia, ad esempio, è stata sicuramente di maggiore statura fisica; quella ancora successiva, cioè quella attualmente intorno ai 10-12 anni, la generazione cioè del computer, è di un'intelligenza, di una prontezza e spesso di una "sensibilità" semplicemente sconvolgente.
      E mica finisce qui. Siamo vicini a mutamenti epocali, sempre più rapidi. I nuovi mezzi tecnologici si moltiplicheranno, ma si moltiplicheranno anche i problemi da risolvere, sempre più gravi e pressanti: finché non nascerà l'UOMO DEL DOMANI (quello che - ricordi? - "prese la Luna tra le mani" :) . Egli sarà dotato di capacità e poteri oggi impensabili, tra cui vi sarà anche quello di percepire finalmente a livello individuale la gioia e il dolore altrui come gioia e dolore proprio.
      A quel punto l'amore reciproco diverrà, da optional di contenuto utopistico, NECESSITA' VITALE della specie intera. E l'uomo indirizzerà le sue capacità alla eliminazione della sofferenza e del male dalla faccia della Terra, perché la sofferenza di uno sarà la sofferenza di tutti.
      Prima di ciò, tuttavia, i rami secchi cadranno: le pecore (cioè i nuovi, gli uomini del sentire e dell'essere, i mutanti) verranno separate dai capri, perché questi ultimi (gli antichi, gli asociali, gli uomini del vedere e dell'avere) non saranno in grado di sopportare (sto parlando a livello esclusivamente fisico) l'improvvisa onda d'urto di uno psichismo evoluto, nettamente superiore alle loro possibilità. Sarà come l'entrare "in serie" di una quantità di "accumulatori" che coprirà di un'energia inaudita l'intero pianeta. Si accenderà d'improvviso una forza psichica inimmaginabile: sarà come se, nella mente di ciascuno, sorgesse improvvisamente il sole. Qualcosa di insopportabile, se non non si è figli della Luce.
       Ecco, io l'ho detto: questo è ciò che sta per venire.
       Per quanto assurdo possa sembrarti, mio caro Giulio, io non dico queste cose perché le immagino, ma perché le conosco da sempre ed oggi  le percepisco già in fieri (i vulcani si risvegliano d'improvviso, ma il magma risale e preme da tempo, prima che esplodano). Niente di strano: "radio Londra" trasmette da molto tempo, e chi la ascolta (sono in molti ormai ad ascoltarla), queste notizie le conosce bene. Le vive, anzi, ogni giorno, ed ogni giorno ne segue i grandiosi sviluppi.
11 anni e 12 mesi fa
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Nella frase "La frase è stata rimossa per volere dell'autore." di Vincenzo Cataldo
Per Vincenzo: ho usato il termine Moleskine al solo fine, che sai essermi abituale, di essere preciso. Fornendotene una descrizione un po' più dettagliata di quella abbozzata da Sergio, si tratta di un libricino rilegato di colore nero, recante un elastico che lo chiude ermeticamente e un nastro segnalibro. All'interno ha circa 120 pagine, a quadretti o a righe, e una tasca a soffietto porta-documenti. Dunque non è un block-notes (utile per appunti "usa e getta"), ma un mezzo di annotazione utile per qualcosa destinato ad essere custodito nel tempo. Io lo uso per annotare notizie di famiglia, pensieri, comunicazioni profetiche, elucubrazioni statistiche, rivisitazioni bibliche, illuminazioni teosofiche e schizzi di paesaggi, di ritratti o di femmine ignude :), o per custodire piccoli ricordi, insomma cose che ritengo "importanti" perché frutto di un'elaborazione personale destinata poi, semmai, a essere tradotta in ulteriori aggiustamenti,  rivisitazioni ed iniziative varie, e soprattutto ad essere "tramandata" (ahimé) ai "posteri" (i miei figli, nipoti e pronipoti): insomma non le cose da fare ogni giorno o notiziole che lasciano il tempo che trovano. La presunta "modaiolità" dell'oggetto mi è dunque del tutto indifferente, quantunque (confesso il mio peccato) io, essendo un inguaribile grafomane, ami molto gli oggetti di cancelleria, e non badi a spese per procurarmi quelli che mi piacciono e mi sono utili.
   Se comunque cerchi "Moleskine" su wikipedia ne saprai ancora di più.
11 anni e 12 mesi fa
Nella frase "L'amore è disseminato di trappole. Quando..." di Paulo Coelho
Chiedo scusa: dai post precedenti (in cui parlavate, tra l'altro, di "tempeste ormonali") mi rendo conto che si discuteva dell'  "amor profano" ...  :))
     Al riguardo, io credo che il nostro linguaggio (proprio perché siamo INCAPACI di amare sul serio) sia estremamente primitivo: usiamo infatti lo stesso termine per l'amore della natura, l'amor materno, l'amore del prossimo, l'amore delle scienze, delle arti, l'amore dei sensi... che sono cose estremamente diverse...
      Logico che per quest'ultimo ci vogliano molte dosi di ragione per capire che si tratta semplicemente di reazioni chimiche di tipo animalesco, da trattarsi con tutte le pinze possibili.
      L'amore è però, in ogni caso, un sentimento; e non si può amare CON la ragione (che serve ad indirizzare le nostre AZIONI, non a generare sentimenti). La ragione non è fatta PER AMARE; essa viceversa è sempre utile per far sì che il nostro amore (qualsiasi genere di amore) sia indirizzato e gestito correttamente.
11 anni e 12 mesi fa
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