Credo che la frase sia da Hesse messa sulla bocca del medico che tenta di aiutare il vagabondo Knulp, che è tale a causa di una delusione d'amore. Che essa esprima autobiograficamente il pensiero di Hesse non lo ritengo probabile: il romanzo è del 1915 (epoca in cui era ancora INfelicemente sposato con la prima delle 3 mogli), e credo proprio che, se una sorta di identificazione possa ravvisarsi, essa è nella figura del vagabondo (che oggi verrebbe definito "barbone"). Dopo il divorzio, le seconde nozze gli generarono una depressione ancora peggiore della prima (il Lupo della steppa fu scritto in tale circostanza). E' dunque molto probabile che, nel 1915, la pensasse esattamente all'opposto rispetto alla frase in esame: che, cioè, si fosse per davvero invaghito "sul serio".
11 anni e 12 mesi fa
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Salve ragazzi, non riesco a rispondere alle... elucubrazioni di Giulio per questa sera (e forse neanche nei prossimi giorni), poiché ho un gran da fare e... poco tempo per farlo. Un caro saluto ad entrambi.
11 anni e 12 mesi fa
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Da Wikipedia: "Elsa Maria Fornero (San Carlo Canavese, 7 maggio 1948) è un'economista e accademica italiana." (...) Professore ordinario (dal 2000) di Economia politica presso la Facoltà di Economia dell'Università di Torino, viene indicata come «allieva di Onorato Castellino» " Insegna Macroeconomia ed Economia del risparmio, della previdenza e dei fondi pensione (in inglese). Le sue ricerche scientifiche riguardano i sistemi previdenziali, pubblici e privati, le riforme previdenziali, l’invecchiamento della popolazione, le scelte di pensionamento, il risparmio delle famiglie e le assicurazioni sulla vita. " (niente più?)
In base alle competenze tecniche di cui sopra, mia cara Flavia, quando costei parla del lavoro e del diritto al lavoro NON PUO' SBAGLIARE.
E infatti: ogni DIRITTO ha un suo oggetto e un suo contenuto. Ad esempio, quanto alla casa di cui si sia proprietari, oggetto del diritto è la casa; contenuto del diritto è la proprietà. Ma il contenuto potrebbe essere anche diverso; ad esempio, un diritto usufrutto, di uso o di abitazione: diritti differenti dal diritto di proprietà, che attribuiscono al titolare poteri differenti in ordine alla medesima cosa che ne sia oggetto.
Alla stessa maniera, quanto al "diritto" al lavoro, il lavoro è solo OGGETTO del diritto; ma quale ne è il CONTENUTO? Secondo la più accreditata corrente di pensiero, si tratta di una mera dichiarazione programmatica, che costituisce polo di indirizzo per il legislatore,ma non fonda (per ora e per sempre) alcun CONTENUTO specifico nella sfera giuridica dei titolari di questo ipotetico "diritto". Abbiamo viceversa appreso per tuo tramite che il contenuto di questo diritto si sostanzia, nel pensiero della cattedratica, nella possibilità di guadagnarselo col sacrificio (mentre altri aventi diritto se lo sono guadagnato e se lo guadagnano, meno drammaticamente, coi "calci nel sedere": politici, canonico-ecclesiastici, sindacali, mafiosi e baronali).
Vedi, Flavia, è su queste sottili questioni interpretative che si gioca da millenni la differenza tra i fatti e le chiacchiere (per quanto costituzionali possano essere). Nulla di nuovo, dunque sotto il sole. Anche la credulità umana sembra essere rimasta la stessa.
A risentirci. : )))
11 anni e 12 mesi fa
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Roba da sprofondare sotto terra.
Dalle risate. : )))))))))))))))
In base alle competenze tecniche di cui sopra, mia cara Flavia, quando costei parla del lavoro e del diritto al lavoro NON PUO' SBAGLIARE.
E infatti: ogni DIRITTO ha un suo oggetto e un suo contenuto. Ad esempio, quanto alla casa di cui si sia proprietari, oggetto del diritto è la casa; contenuto del diritto è la proprietà. Ma il contenuto potrebbe essere anche diverso; ad esempio, un diritto usufrutto, di uso o di abitazione: diritti differenti dal diritto di proprietà, che attribuiscono al titolare poteri differenti in ordine alla medesima cosa che ne sia oggetto.
Alla stessa maniera, quanto al "diritto" al lavoro, il lavoro è solo OGGETTO del diritto; ma quale ne è il CONTENUTO? Secondo la più accreditata corrente di pensiero, si tratta di una mera dichiarazione programmatica, che costituisce polo di indirizzo per il legislatore,ma non fonda (per ora e per sempre) alcun CONTENUTO specifico nella sfera giuridica dei titolari di questo ipotetico "diritto". Abbiamo viceversa appreso per tuo tramite che il contenuto di questo diritto si sostanzia, nel pensiero della cattedratica, nella possibilità di guadagnarselo col sacrificio (mentre altri aventi diritto se lo sono guadagnato e se lo guadagnano, meno drammaticamente, coi "calci nel sedere": politici, canonico-ecclesiastici, sindacali, mafiosi e baronali).
Vedi, Flavia, è su queste sottili questioni interpretative che si gioca da millenni la differenza tra i fatti e le chiacchiere (per quanto costituzionali possano essere). Nulla di nuovo, dunque sotto il sole. Anche la credulità umana sembra essere rimasta la stessa.
A risentirci. : )))