Giuseppe Freda

Grazie, Patrizia, dell'apprezzamento. Per Flavia: rileggendo il tuo commento di un anno e mezzo fa, direi che ora puoi tranquillamente votare; come vedi, alla "media" ci ha ampiamente pensato qualcun altro.   : )))

No, la disperazione no. Tutto cambia, tutto passa. Ciò è avvilente nei momenti felici, ma di grande consolazione in quelli tristi. Direi anzi che la stessa tristezza fa parte della bellezza della vita. C'è sempre qualcosa di nuovo in cui sperare, qualcosa di recondito ed inatteso da scoprire. Il più bello della faccenda-vita deve sempre ancora venire.

Flavia, stavo per risponderti ieri, ma mentre mi accingevo a scrivere è venuto il terremoto. La casa non è caduta, e neanche si è lesionata, però... sono ugualmente e a tutti gli effetti terremotato...per favore, procura che qualcuno mi conforti con una bella poesia!!  : /

Ancora una volta non posso non concordare con il limpido e lapidario pensiero di Vincenzo Cataldo.

La frase può tuttavia essere degna della massima attenzione se per "verità" si intendono le conoscenze scientifiche, ed in genere i "fatti" che appaiono certi e assodati in un dato momento storico. E' interessante in proposito questo articolo comparso su Corriere.it solo pochi giorni fa:

http://lettura.corriere.it/la-vita-mortale-dei-fatti/

Sergio, per tirarti su il morale, e anche per rompere un'atmosfera che mi pare troppo seriosa,  ti propongo l'ascolto di una vecchia canzone, cantata da Aurelio Fierro in un festival di Napoli di mille anni fa, il cui ritornello faceva presso a poco così:
Rosì, Rosì, io t'ame
ti tengo dentro al cuoro
nel cuoro che ti brame....
Rosì tu sei l'amor !!   : )))

Perfettamente d'accordo. Tuttavia la scuola è solo l'inizio, poi viene il resto. Oggi poi le cose vanno ancora peggio: gli ambienti di lavoro sono diventati l'università dei leccac*lo. Ma finirà.
www.youtube.com/watch?v=YBcYAKxxSh0